la Bergamo che lavora e produce lavoro

IMG_00000118 b.jpgE’ stata inaugurata la nuova copertura del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Borgo Palazzo. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco Franco Tentorio, gli assessori Enrica Poppa Pedretti, Alessio Saltarelli ed Enrico Facoetti, il presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi, il presidente di Bergamo Mercati Renzo Casati.
Sono stati coperti i due corridoi intermedi del mercato che separano le tre pensiline che costituiscono rispettivamente il settore riservato ai produttori (quello centrale), dai due laterali dove stanno i grossisti In tutto 3.500 metri quadri di tetto. Un anno e mezzo di lavoro per un’opera dal costo di un milione completamente autofinanziata dalla società partecipata del Comune che è una delle poche con il bilancio positivo e che pur nel momento di crisi ha migliorato il suo giro di affari.  L’ortomercato di Bergamo, secondo della Lombardia dopo Milano, rappresenta una realtà positiva per l’economia della nostra provincia : è in continua crescita per quanto riguarda le derrate contrattate (nel 2012 hanno raggiunto le quasi 157 mila tonnellate), vi operano  circa 450 addetti, 20 grossisti e florovivaisti e 75 produttori, le ditte acquirenti registrate sono circa 1.400. Le condizioni in cui versava l’ortomercato erano da considerarsi inaccettabili per una città come Bergamo che rappresenta un gioiello dell’imprenditoria anche in questo settore e la realizzazione di questa infrastruttura è la dimostrazione concreta di quali positivi risultati si possano ottenere attraverso la collaborazione tra ente pubblico e privati. I lavori erano urgenti e necessari. C’era da fare uno sforzo per rendere la struttura confortevole così da non essere più in balia del tempo e consentire agli operatori di lavorare in condizioni più dignitose.  La nuova copertura è garantita anche dal punto di vista statico e sismico e ha già evidenziato i suoi positivi effetti sul lavoro degli operatori ma anche per una maggiore salvaguardia delle derrate alimentari. La struttura, voluta sia dall’amministrazione comunale sia dagli operatori privati, è stata finanziata dagli operatori tramite mutuo con un aumento del canone di concessione e al Comune non è costato una lira – ha sottolineato Renzo Casati ». Un passo avanti sul piano estetico, ma soprattutto funzionale. L’ortomercato è rimasto alla Celadina e non spostato come era nelle previsioni urbanistiche e si trova in una posizione strategica con un’area adiacente che potrebbe anch’essa avere una destinazione in linea.

Sicurezza. Grande lavoro vanificato da provvedimenti del governo

sicurezza-bergamo,bandera,Prossima seduta straordinaria del Consiglio Comunale sulla Sicurezza a Bergamo. L’Assessore preposto, Massimo Bandera sta preparando i dati da mostrare ai consiglieri. “Non voglio anticipare dati di cui discuteremo in Consiglio ma posso anticipare alcune osservazioni . Sul fronte della sicurezza, la situazione è sotto controllo e noi ce la stiamo mettendo tutta. Però alcune nostre azioni vengono purtroppo vanificate da provvedimenti governativi che io non condivido. Per esempio, la nostra lotta all’accattonaggio è vanificata da chi (dal governo Monti in avanti) ha dato segnali di apertura e portato un maggior flusso di immigrati. Noi, con la questura e la prefettura, stiamo assicurando una forte presenza sul territorio e siamo al massimo della potenzialità, considerando uomini e mezzi a disposizione. Però il governo che non contrasta l’immigrazione rende tutto inutile. Il mio non è certo un segnale di razzismo, ma un’analisi dei dati di fatto: anche dal punto di vista della sicurezza non ci possiamo permettere di accogliere immigrati senza le verifiche necessarie. In molti casi, come per la Romania, che, essendo nell’Ue ha ora i suoi emigranti tutelati, da noi è arrivata anche una parte della loro criminalità. E non aiuta certo sentir parlare di amnistia, indulto e svuota-carceri. Si da l’idea che qui siano tollerate molte cose e non vi sia la certezza della pena. Non va poi dimenticato—dice Bandera—che noi stiamo lavorando in un momento in cui gli investimenti sono limitati e che se avessimo la possibilità di spendere i nostri soldi, la nostra attività sarebbe ancora più incisiva. Così come se ci fosse ancora Roberto Maroni ministro potremmo operare in maniera più tranquilla”.

Ci sono Province inutili (sopratutto al sud), ma non sia questa la scusa per ridurre le autonomie locali.

Bautonomie-locali,en 44 costituzionalisti di varie aree hanno elaborato un documento sul processo di riforma degli enti locali che esprime numerosi rilievi al ddl messo a punto dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Graziano Delrio, relativamente a quanto messo in atto per le Province. In un lungo documento intitolato «Per una riforma razionale del sistema delle autonomie locali», indirizzato significativamente alle commissioni Affari costituzionali e ai gruppi parlamentari di Camera e Senato – è stato evidenziato il fatto che «il sovrapporsi disordinato di provvedimenti di “riforma” del sistema delle autonomie locali» «lascia disorientati». Particolarmente soddisfatte, per l’iniziativa dei Professori, le Province che per bocca del presidente dell’Upi Antonio Saitta, hanno chiesto «la difesa delle regole» e non «un’operazione di populismo massmediatico». L’appello dei 44 non lascia margini di interpretazione: «Riteniamo che non si possa comunque con legge ordinaria sopprimere le funzioni di area vasta delle Province e attribuirle a Regioni e Comuni né trasformare gli organi di governo da direttamente a indirettamente elettivi, né rivedere con una legge generale gli ambiti territoriali di tutte le Province». Mostrano poi «perplessità» sulla strada della revisione costituzionale e sull’«opinabilissimo provvedimento di commissariamento fino a giugno 2014 di tutte le Province con organi in scadenza prima della prossima tornata elettorale-amministrativa», perché «appare per molti versi una scorciatoia, fonte di ulteriori complicazioni per il rischio di un mancato rispetto del principio autonomistico sancito in Costituzione». Al contrario sarebbe necessario «tracciare una linea di riforma delle autonomie locali condivisa ed efficace». (da Eco di Bergamo,22-10-13)

INSOMMA, I TAGLI DEVONO ESSERE FATTI AL CENTRO E LASCIARE ALLE REGIONI DI DECIDERE PER SE’, CIASCUNA CON I SOLDI CHE HA RICEVUTO DAI PROPRI ABITANTI.

Expo 2015, un’occasione da non perdere per promuovere il territorio e le sue aziende

imagesCA8UYTT6.jpgBergamo farà da apripista. Attesi in città 350 delegati di 72 nazioni partecipanti ai “cluster” dell’esposizione universale si fermeranno per tre giorni, dal 29 al 31 gennaio 2014, in città, dove incontreranno i dirigenti di Expo 2015 Spa. L’obiettivo è mettere a punto i dettagli tecnici per allestire le 9 aree tematiche (“cluster”) su cui ruoterà l’esposizione universale del 2015, aree che saranno dedicate a : Riso; Cacao; Caffè; Cereali e Tuberi; Frutta e Legumi; Spezie, Prodotti del Mediterraneo, Isola, mare e cibo; Agricoltura e Nutrizione in zone aride. I delegati appartengono a Paesi per i quali è previsto un notevole sviluppo (dalla Cambogia allo Yemen, compresi i paesi economicamente emergenti dell’Africa) e bisognosi, oltre che di alberghi e strutture ricettiv e ricreative per il periodo in cui i delegati dimoreranno a Bergamo, soprattutto di prodotti tecnologici e manifatturieri all’avanguardia. Quelli che le imprese bergamasche possono offrire loro, rilanciando anche la ripresa nostrana. Ecco perché il grande evento (che vedrà riuniti per la prima volta in Italia i 72 paesi delle aree tematiche) è un’occasione per le imprese locali di farsi conoscere e apprezzare. Messo sul chi va là il mondo economico e le istituzioni bergamasche circa l’opportunità che Bergamo deve cogliere subito. “E’ la prima tappa di avvicinamento di Bergamo a Expo 2015. La scelta della nostra città per questo importante appuntamento è un modo per promuovere il territorio, il turismo, la realtà economica e imprenditoriale bergamasche su scala internazionale dice Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio Un’occasione che richiede un forte coinvolgimento delle amministrazioni locali e di tutti i protagonisti dell’economia provinciale. I tre giorni di fine gennaio devono essere un momento utile e fruttuoso per la nostra economia: ai 350 delegati potremo far conoscere la nostra ospitalità, le bellezze del territorio e l’eccellenza delle nostre imprese. Stabiliremo i primi rapporti con paesi in netta espansione, a cui abbiamo tanto da offrire”. (da Il Giorno,22-10-13)

La Lega INFORMA

logo informa b.jpgPER AGGIORNARSI SULLE ATTIVITA’ DEI  NOSTRI RAPPRESENTANTI E PER SENTIRE L’UNICA VOCE DIVERSA DAL SOLITO “CORO” … CLICCA SU :  LEGA NORD Bergamo Informa – 18 ottobre 2013.pdf .

Alcuni titoli :

– Lega : vergognosa bocciatura nostro odg su trasparenza bilancio sindacati.
– Giustizia: Molteni. Da Cancellieri nessuna risposta concreta contro sovraffollamento. Indulto non è soluzione.
– Legge di stabilità: Lega, governo si vergogna dei 600 milioni a Roma
– Quattro motori: Maroni “regioni protagoniste in nuova Europa”
– Rai: Volpi. Chiediamo riequilibrio delle forze politiche nei palinsesti
– Bizzotto: “abolizione canone Rai. Il parlamento europeo tiene aperto il dossier e impone un supplemento d’indagine”.

La Lega e il controllo della spesa in Comune.

Palazzo Frizzoni 2.jpgRiunione di maggioranza in Comune per risolvere la questione della convenzione con la Fondazione Bergamo nella Storia. A luglio l’accordo era stato stoppato dai consiglieri Luisa Pecce (Lega Nord) ed Enzo De Canio (Lista Tentorio) che avevano chiesto approfondimenti sugli aspetti economici. I due esponenti della maggioranza si sono schierati contro il finanziamento di 480 mila euro indicizzati per dieci anni rispetto ai 264 mila previsti finora. Anche nella nuova riunione è stata ribadita con forza la volontà di opporsi a questo accordo perché in un momento di gravi difficoltà come questo è bene fare scelte ponderate e la documentazione di spesa effettuata e prospettiva deve risultare chiara ed efficiente. La convenzione passerà perciò con i voti dell’opposizione che, stranamente per un caso di spesa della maggioranza, non ha chiesto come al solito ulteriori estenuanti approfondimenti.
Ad inasprire la discussione erano nel frattempo intervenute pure le dichiarazioni su Facebook del membro del CdA della Fondazione Salvioni. “Abbiamo avuto i documenti richiesti – spiega il capogruppo della Lega Alberto Ribolla -, ma chiederemo comunque le dimissioni di Carlo Salvioni dalla fondazione per le frasi contro gli elettori leghisti scritte su Facebook”.

La giungla delle coop con titolari ignari e lavoratori fantasma.

images.jpgSfruttano sistemi mutualistici ed evadono. Quando hanno fondato la coop, sono stati anche gentili: visto che lei era la presidente avevano deciso di dare il suo nome alla ditta. Peccato che la signora di Calcio, 82 anni, non ne sapesse niente. Non sapeva di avere a che fare con l’impresa, non sapeva di avere alle sue dipendenze 140 persone e tantomeno di dovere organizzare dei lavori edili. Ma questo non è un problema, visto che tanto la ditta, hanno scoperto gli ispettori dell’Inps quando l’hanno controllata, non ha nessun cantiere aperto. Benvenuti nel mondo delle finte cooperative, delle aziende che hanno dipendenti ma non li usano, che nascono e muoiono in pochi mesi, che cambiano nome ogni anno, che hanno come presidente dei nullatenenti, che producono documenti falsi, che sfruttano i lavoratori e non pagano loro nemmeno i contributi. «Solo nel settore del facchinaggio, che con le pulizie rappresentano i due principali settori di attività precisa Alberto Civera, segretario della Fit-Cisl le vere cooperative di lavoro bergamasche si contano sulle dita di due mani». Nell’ultimo anno l’Inps ne ha controllate a campione 45, trovandone regolari solo 18. Tutte le altre si nascondono nella nebbia formata da una contabilità opaca che sfrutta ogni piega di una legislazione pensata per favorire il sistema mutualistico ma che è diventata una scusa per l’evasione e lo sfruttamento più sfrenati. Il primo boom delle imprese fittizie (tra coop e ditte individuali) risale al 2005-2006, ed erano quelle create da malviventi di mezza tacca spesso collegati con malavita organizzata che le usavano per farsi pagare dei clandestini ai quali fornivano fìnte buste paga che servivano per ottenere il permesso di soggiorno. Poi è arrivata la crisi. «Con la crisi gli strozzini prosperano commenta Civera e le false coop si sono moltiplicate». Ora sono suddivise in tre categorie: quelle che certificano lavoro inesistente, quelle che piazzano personale in modo illecito (praticando un caporalato organizzato) e quelle che lavorano davvero. «Quelle che erano stamperie di finte buste paga riassume il maggiore Emanuele Chietera, comandante della Guardia di Finanza di Treviglio si sono sviluppate fino a mettere a segno una lunga serie di abusi. In più c’è un incremento di ditte che si trasformano in cooperative in modo da non avere più personale direttamente alle proprie dipendenze e non avere i relativi problemi. Ed effettuare evasioni fiscali e contributive anche di grossi importi». I trucchi per non pagare tasse e soprattutto i contributi ai lavoratori sono tanti. Per esempio la compensazione di credito e debito. Se una ditta deve versare una somma allo Stato ma deve anche incassare un credito per degli arretrati, la legge consente una compensazione: le due somme si annullano o si paga giusto la differenza. Succede quindi che qualcuno che dovrebbe versare i contributi produca fatture false che generano crediti Iva per somme simili e quindi non paghi un euro, contando sul fatto che i controlli (quando e se ci saranno) arriveranno come minimo due anni dopo. Se una ditta è regolare viene scoperta. Ma le ditte fantasma hanno una durata di vita di un paio d’anni, e nel frattempo la coop è sparita, ha traslocato e cambiato nome, lasciando solo il responsabile legale, spesso un nullatenente sul quale non è possibile rifarsi. Ma non è finita. Perché se la coop non paga i contributi scatta l’automaticità delle prestazioni. Il che significa che i contributi li versa lo Stato. E con quelli arrivano i diritti a malattia, mobilità, cassa integrazione, e nel caso degli irregolari anche la residenza e quindi i servizi comunali. Perché se a gestire il gioco in genere sono italiani (nella Bassa per esempio è molto attiva una famiglia calabrese) la manodopera è straniera. Le ultime tre coop irregolari scoperte avevano 150, 80 e 57 dipendenti, tutti immigrati del Maghreb e dell’Africa subsahariana. «A volte riusciamo a scoprirne una prima che chiuda dice un ispettore Inps . Ma anche in pochi mesi ha già fatto un danno da milioni di euro alle casse dello Stato». (Corriere della Sera,18-10-13)

Anche la Regione dice stop alla slot-machine

slot 1.jpgIl Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la legge contenente «norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo». Tra le misure introdotte, l’istituzione di un numero verde per segnalazioni e richieste d’aiuto delle persone in difficoltà affette da ludopatia. Le Asl dovranno dotarsi dì una struttura specializzata per la presa in carico dei soggetti patologici e terranno dei corsi di formazione per i gestori dei locali dove sono presenti slot. Ci saranno anche norme e corsi, sul tema della ludopatia, per la formazione degli agenti di Polizia locale. Per i locali che rinunciano all’installazione di macchinette, poi, è prevista la creazione del marchio regionale «no slot» e sgravi per quanto riguarda l’Irap regionale (con un risparmio medio che dovrebbe aggirarsi sui mille euro annui). Un aggravio di questa imposta sarà invece applicato ai gestori in possesso di apparecchiature legate al gioco d’azzardo. Inoltre viene   introdotta l’imposizione, che comunque stabiliranno i Comuni, di una distanza massima di 500 metri tra i nuovi locali con più di tre slot machine e luoghi sensibili, come scuole, oratori, strutture sanitarie e centri sportivi. Infine, vengono regolamentati gli accessi agli spazi destinati alle slot.
Soddisfatto Roberto Maroni. Con questa legge, ha sottolineato il governatore, «diamo una regolamentazione, per mettere un freno ad un fenomeno che sta facendo rovinare molte famiglie». Dal canto suo, il presidente del Consiglio Cattaneo spiega che «l’approvazione è un segnale importante perché il Consiglio regionale della Lombardia è tra i primi a porre una prima regolamentazione a una vera piaga sociale». Sia la Lega Nord che la Lista Maroni presidente sottolineano che, sul contrasto alla ludopatia, la Lombardia sia arrivata prima del Parlamento nazionale. Il capogruppo del Carroccio, Massimiliano Romeo, ha spiegato: «Da Roma finora non è arrivata nessuna legge ma soltanto un condono vergognoso nei confronti delle grandi società che gestiscono il lucroso affare delle slot-machine nel nostro Paese». (da Eco di Bergamo,16-10-13)

Consiglio Comunale. Rinviato il pagamento della Tares

In Consiglio comunale via libera al rinvio. Se lo Stato chiederà gli interessi di mora c’è l’accordo trasversale per l’autotassazione dei Consiglieri.

tares,facoetti,«Dobbiamo andare incontro alla famiglie e alle attività commerciali in un periodo difficile», aveva spiegato in precedenza l’Assessore Enrico Facoetti. Una motivazione destinata a prevalere anche sul timore di un’eventuale sanzione: l’emendamento passa, nonostante le astensioni, mentre il rinvio dell’ultima rata viene approvato da tutti.
Una boccata d’ossigeno, anzi due. L’ultima rata della Tares slitta assieme all’addizionale di 30 centesimi al metro quadro imposta dallo Stato e Palafrizzoni, pur di andare incontro ai contribuenti, decide di prendersi anche qualche rischio. Se sul primo rinvio deciso dal Consiglio comunale, quello relativo all’ultima rata dell’imposta appunto, non c’è infatti alcun problema in quanto le disposizioni del Ministero ne hanno esplicitamente previsto il posticipo, sul rinvio dell’addizionale in assenza di un indirizzo univoco, potrebbe anche capitare che lo Stato, verificato il ritardo nel pagamento, chieda ai contribuenti gli interessi di mora. Quanto? Occhio e croce 10 mila euro. Che i consiglieri comunali, in conferenza dei capigruppo, si sono detti disposti a sborsare personalmente nel caso in cui il danno erariale si dovesse effettivamente verificare (circa 300 euro a testa), ma che nella pratica si troverebbero di fronte a una questione di difficile gestione. Tutti d’accordo nel farsi carico di un eventuale errore compiuto però nell’interesse dei cittadini.
Parte del centrosinistra si astiene.

Pronta anche la “lobby” dei Sindaci contro il gioco d’azzardo

Il fallimento di questa organizzazione dello Stato, che costringe i Primi Cittadini eletti a costituirsi in “lobby” per imporre soluzioni civili e dimostrando così la sua lontananza dai cittadini, è stata espressa in molti interventi al convegno tenutosi a Palazzo Marino. Numerosi e approfonditi tutti gli interventi dei rappresentanti di Associazioni, di Asl e di Sindaci. 

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– “Sindaci uniti nella campagna “no slot” e firmano la proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela della salute dal gioco d’azzardo, promossa da Lega Autonomie Lombardia, Terre di Mezzo e Scuola delle Buone Pratiche. Ieri a Milano la sottoscrizione e il lancio della proposta di legge, cui hanno partecipato anche i comuni di Bergamo, di Treviglio e molti altri della bergamasca.
L’incontro si è tenuto a Palazzo Marino, dove un centinaio di sindaci italiani ha firmato simbolicamente per la legge. Alla sottoscrizione seguirà l’avvio di una raccolta firme rivolta ai cittadini per la «tutela della salute degli individui tramite il riordino delle norme vigenti in materia di gioco con vincite in denaro – gioco d’azzardo». Positivo il commento di chi ha partecipato: «È andata molto bene, c’è stata una presa di posizione da parte dei sindaci -commenta Luisa Pecce, consigliere comunale Lega Nord e presidente del Consiglio delle donne, in rappresentanza del Comune di Bergamo -. Gli organizzatori dell’iniziativa hanno voluto che indossassimo la fascia tricolore, perché l’ultima sentenza del Consiglio di Stato insiste sul fatto che non i sindaci ma i questori possono presidiare gli interessi di particolare rilievo pubblico che coinvolge il settore del gioco, come per esempio l’orario delle sale». La consigliera parla di un’azione «potente e simbolica»: «La forza dell’unione dei sindaci è il portare avanti le istanze, in modo che si possa legiferare – continua Pecce -. Ieri si è parlato di una lobby dei sindaci contro quella del gioco d’azzardo. Il fatto che ci siano due proposte di legge contro il gioco è uno stimolo, unito ad un’azione potente e simbolica».
Presente anche il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni, che invita i cittadini a sottoscrivere la proposta già da oggi: «Ci siamo mossi in anticipo con il Consiglio delle donne e mozioni in Consiglio – commenta Pezzoni -. Da subito è possibile recarsi in municipio e sottoscrivere la proposta, per aiutare i Comuni e per non far pagare ai più deboli questa “tassa della speranza”, che è la ludopatia. Abbiamo altre iniziative in atto, come momenti di formazione nelle scuole, per rendere consapevoli, dai piccoli ai grandi, il livello di rischio legato al gioco».
A rappresentare i sindaci della provincia, Leonio Callioni, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci (Cdrs) e Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo. «È un’iniziativa utile perché concreta e rappresenta la posizione dei sindaci che hanno aderito al documento dei Comuni bergamaschi per il contrasto al gioco d’azzardo promosso dal Cdrs e che rappresentano quasi il 90% della popolazione. Bisogna superare la  logica che i Comuni sono responsabili di tutto, ma non hanno potere di imporre un regolamento che abbia efficacia. È un’ottima iniziativa – conclude – che avremmo dovuto fare anche con altri temi, come per esempio il patto di stabilità»-. (da Eco di Bergamo,10-10-13)

In Regione il nuovo Consiglio delle Autonomie Locali

untitled.pngSi è insediato, nell’aula consiliare di Palazzo Pirelli il nuovo Consiglio delle Autonomie Locali. L’organismo statutario ha l’importante funzione di “consultazione permanente tra regione e sistema delle autonomie locali”. Presidente é risultato eletto Virginio Brivio, sindaco di Lecco.
«Il Consiglio delle Autonomie – ha detto il presidente della Regione Roberto Maroni –  è un organismo di rilievo per la vita della Regione: il consiglio regionale considera perciò importante il suo contributo. Nel nostro Statuto il CAL è inserito all’interno della parte dedicata alla sussidiarietà. Non a caso questo organo sarà tanto più funzionale quanto più saprà rendere i processi decisionali condivisi e partecipati. Mi auguro che il Consiglio possa essere sempre più capace di dare contributi di merito all’elaborazione di provvedimenti fondamentali in un momento in cui nel nostro Paese viene messa a rischio la sopravvivenza degli enti locali. Mai come oggi le autonomie vengono messe sotto attacco da una serie di provvedimenti che intendono ridefinire l’intero sistema dei governi».

Lega Nord : test di ingresso e classi ponte per studenti stranieri

imagesCA5VZZ5I.jpgSu indicazione della Segreteria Provinciale della Lega Nord e del coordinamento dei 52 sindaci bergamaschi del Carroccio, in tutti i Comuni in cui è presente la Lega, verrà presentato un ordine del giorno per sollecitare il Parlamento e il Governo ad autorizzare l’ingresso degli studenti stranieri a scuola solo dopo una prova di valutazione e a istituire delle classi di alfabetizzazione per coloro che non superassero il test.
 L’ordine del giorno comprenderà tutte le seguenti considerazioni :
– il crescente fenomeno dell’immigrazione ha modificato sensibilmente il modello organizzativo e didattico della scuola italiana;
– l’elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi della scuola dell’obbligo determina difficoltà oggettive d’insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti;
– la presenza all’interno delle classi di un numero sempre più elevato di alunni non italofoni si rivela quindi un ostacolo sia per gli studenti stranieri, che trovano quindi enormi difficoltà di apprendimento in una lingua a loro sconosciuta, che per gli  alunni italiani che assistono, invece, a una forte riduzione dell’offerta didattica, a causa dei rallentamenti degli insegnamenti, dovuti alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri;
– il dato relativo alla presenza di alunni non italofoni nelle scuole dell’obbligo della provincia di Bergamo è in forte crescita, tanto da aver superato in alcune classi il 30%;
– da uno studio riportato sul Corriere della Sera del 24/9/13 emerge che “sostituendo un nativo con un immigrato in una classe della seconda elementare, la frazione di risposte corrette dei nativi nei test Invalsi si riduce del 12% in italiano e del 7% in matematica (dati 2009-10)”;
– anche nelle scuole del nostro territorio comunale si registrano forti difficoltà didattiche per la presenza nelle classi di numerosi non italofoni;
– il caso della scuola della frazione di Corti a Costa Volpino con la formazione di una classe di prima elementare con 14 alunni stranieri e 7 italiani che ha visto i genitori italiani scegliere di spostare i propri figli in un’altra scuola preoccupati dello scarso livello didattico che avrebbe portato una simile classe, è solo il primo di numerosi altri casi che si potranno verificare nel prossimo futuro nei nostri comuni;
– la Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia sancisce che tutti devono poter contare su pari opportunità in materia di accesso alla scuola, di riuscita scolastica e di orientamento;
– la scuola italiana deve quindi essere in grado di supportare una politica di integrazione, a favore dei minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione, senza però penalizzare, in ambito scolastico, il livello didattico generale;
– diversi Paesi europei hanno istituito luoghi d’apprendimento separati per i bambini immigrati, allo scopo di attuare un percorso breve o medio di alfabetizzazione culturale e linguistica del Paese accogliente :  in Germania, prima dell’iscrizione alla scuola elementare i figli di immigrati devono sostenere un test di lingua tedesca e coloro che non lo superano devono seguire un corso di tedesco prima di essere accolti nelle classi normali. In Francia si adotta un modello di politica educativa per studenti stranieri che prevede l’inserimento nelle classi comuni, ma si ricorre a classi separate.  In Catalogna sono stati istituiti dei centri speciali per minori stranieri tra gli otto e i diciotto anni, propedeutici all’ingresso nel sistema scolastico. In Grecia si organizzano delle classi propedeutiche o sezioni preparatorie per l’insegnamento del greco.
– le normative sull’immigrazione del 1998 e del 2002 contengono indicazioni utili sulla funzione e sull’uso dei cosiddetti “spazi dotati di strumenti appositamente dedicati”, demandando alle scuole e agli enti locali l’iniziativa e la gestione di tali spazi;
– i dati ministeriali evidenziano come il problema dei ripetenti e della dispersione scolastica incida soprattutto sui ragazzi stranieri. Secondo tali dati, il numero degli studenti stranieri ripetenti è del 4% nella scuola primaria, dell’8% nella scuola secondaria di primo grado e arriva al 14% nella scuola secondaria di secondo grado.
I Consigli Comunali sollecitano pertanto il Parlamento e il Governo a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado per valutarne il livello di alfabetizzazione con test e specifiche prove di ingresso al fine di stabilire l’eventuale necessità di corsi intensivi della lingua italiana e invitano le Direzioni degli Istituti scolastici a istituire in via sperimentale delle classi di alfabetizzazione che consentano agli studenti non italofoni, che non superano le prove e i test sopra menzionati, di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutici all’ingresso degli stessi nelle classi permanenti al fine di agevolarne l’integrazione senza compromettere il livello didattico di tutta la classe.