“Dieta” Calderoli

«Dieta» Calderoli. Leggi semplificate e meno poltrone

Calderoli2.jpgEnti locali, sforbiciata al numero degli assessori. Il ministro: norme in vigore ridotte a undicimila

Roma Circa 34 mila tra consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali e circa 15 mila assessori comunali e provinciali in meno. E poi meno Province, soppressione delle Circoscrizioni nelle città meno popolose, delle Comunità montane e isolane, degli Enti di bonifica e dei difensori civici.
«In poco più di un anno di lavoro – spiega il ministro per
la Semplificazione amministrativa, Roberto Calderoli – abbiamo raggiunto un obiettivo che in molti ritenevano irrealizzabile: quello di portare il totale delle leggi in vigore, ante e post 1970, a poco più di undicimila». Primo risultato, quest’ultimo, del cosiddetto decreto «salva-leggi», nel quale sono selezionate le circa 2.400 leggi statali pubblicate prima dell’1 gennaio 1970 e che, attraverso il contributo delle amministrazioni interessate, sono state individuate come leggi di cui è indispensabile la permanenza in vigore.
Risparmi e federalismo
Intanto, il Consiglio dei ministri ha varato anche il Codice delle autonomie, un’operazione che, solo sul capitolo comunale, fa risparmiare circa 150 milioni di euro, ma che complessivamente potrebbe portare risparmi per diversi miliardi. Ora il Codice dovrà affrontare l’iter parlamentare. Il Codice delle autonomie è uno dei tasselli mancanti per la riforma federalista: individua, infatti, funzioni e competenze dei diversi livelli di governo. Ma, con l’occasione, il governo intende intervenire anche per «razionalizzare le modalità di esercizio» delle autonomie locali, «favorendone l’efficienza e l’efficacia e riducendone i costi».
Ecco allora che il disegno di legge, preparato dal ministro Calderoli, «modifica la composizione dei Consigli e delle Giunte degli enti locali, prevedendo una significativa riduzione del numero di consiglieri e assessori» e stabilisce le modalità per sopprimere le «Province inutili».
Una riforma attesa da almeno tre legislature, ovvero dal varo della modifica del Titolo V della Costituzione. «Andiamo finalmente a definire le funzioni delle Autonomie locali – spiega Calderoli –, stabilendo chi fa che cosa, e a eliminare migliaia di enti dannosi, con consistenti risparmi di spese per la macchina pubblica e un complessivo snellimento delle strutture amministrative».
Il disegno di legge – in linea con l’autonomia finanziaria e tributaria prevista dal federalismo fiscale – individua e disciplina le funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane.
Una nota del ministero spiega che il disegno di legge razionalizza e riordina, anche al fine del contenimento della spesa pubblica, soprattutto gli uffici periferici dello Stato. Prevede, inoltre, lo snellimento dell’apparato amministrativo locale mediante una complessiva rivisitazione dell’impianto degli enti territoriali e una drastica riduzione, che porterà al taglio di circa 34 mila tra consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali e di circa 15 mila assessori comunali e provinciali.
«In tutto – afferma Calderoli – quasi cinquantamila poltrone in meno». Alla scadenza dei mandati in carica alla data di entrata in vigore della legge, infatti, i Consigli comunali potranno contare al massimo 45 membri nei Comuni con popolazione superiore a un milione di abitanti e quaranta membri se sopra i cinquecentomila, fino a scendere a un minimo di otto membri nei Comuni con popolazione fino a tremila abitanti.
I Consigli provinciali
I Consigli provinciali potranno, invece, avere un massimo di 36 membri nelle province con popolazione superiore a 1.400.000 abitanti, per scendere fino a un minimo di venti membri nelle province con meno di trecentomila abitanti.
Quanto alle Giunte, sia comunali che provinciali, anch’esse avranno limitazioni. Quelle comunali potranno essere composte da un massimo di due assessori per i Comuni tra 1.001 e 3.000 abitanti, fino a un massimo di 12 nei Comuni con più di un milione di abitanti. Quelle provinciali potranno essere composte da un massimo di quattro assessori per le Province con meno di trecentomila abitanti e sino a un massimo di dieci assessori per quelle con più di 1.400.000 abitanti. (Eco di Bergamo, 20-11-09)

Rassegna stampa

La “deregulation” di Calderoli per le imprese e l’edilizia

 Continua la lotta contro la burocrazia del ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli.
Nella seduta di oggi del Consiglio dei Ministri sono stati infatti approvati importanti novità in termini di risparmio e di snellimento delle attività burocratiche. 
Tre i settori che, in modo particolare, saranno agevolati dai nuovi interventi di semplificazione: le imprese, l’edilizia – lavori pubblici e il welfare. 
“Grazie a questi nuovi interventi avremo un ulteriore risparmio complessivo di oltre 1 miliardo di euro l’anno”, sottolinea il ministro per
la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli.
  Molte le agevolazioni alle imprese, per esempio: la tenuta dei libri sociali, il cui obbligo passerà da trimestrale ad annuale, con un risparmio complessivo di circa 750 milioni di euro l’anno; le gestioni delle strutture ricettive saranno informatizzate, per un risparmio di 49 milioni di euro.
Sul modello di altri Paesi comunitari, tutti gli adempimenti amministrativo – burocratici per le imprese vengono poi concentrati in due date l’anno (il 1° marzo ed il 1° settembre). Saranno libere – ossia non più soggette a Dia – una serie di piccole attività edilizie, purché conformi agli strumenti urbanistici comunali e nel rispetto delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio igienico-sanitarie, nonché di quelle ambientali. 
Tra queste tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, nonché alcuni lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche. 
Per via telematica e senza spese in più per il cittadino, si potrà inoltre comunicare la cessione di fabbricati, con un risparmio di oltre 93 milioni di euro. 
Importanti e dettagliati anche gli interventi che riguardano il welfare, dalla semplificazione della denuncia d’infortunio o malattia: il Dipartimento della funzione pubblica ha quantificato in 155 milioni di euro annui il costo della doppia denuncia ma attuando questa semplificazione si potrà avere un risparmio per le imprese di 77 milioni di euro l’anno. 

Buone notizie anche per i lavoratori dello spettacolo: la misura adottata potrebbe eliminare oneri per circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, di cui 209 milioni a carico delle imprese ed il resto per l’Enpals. Questa semplificazione riguarda oltre 6 mila imprese e ben 260mila lavoratori.
“Questi – conclude il ministro Calderoli – sono soltanto alcuni degli interventi che sono stati attuati contro la burocrazia, grande nemica di cittadini e imprese”.

 

Carolina Lussana: no al ritorno dell’immunità

La Lega Nord si schiera nettamente contro la proposta di reintrodurre l’immunita’ parlamentare avanzata da molti esponenti del Popolo della Liberta’. “Non penso che sia opportuno al momento discutere di immunita’ e comunque ritengo che sia impraticabile tornare alla vecchia formulazione”, ha detto Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera.

 

Terrorismo, arresti a Bergamo

Operazione Hajii. Il blitz del Gico, il reparto speciale della Guardia di Finanza che si occupa di terrorismo internazionale, è scattato prima dell’alba. Quaranta uomini in tutto provenienti da Milano, rinforzati da alcuni militari del comando di Bergamo, sono entrati in azione nella periferia sud della città, in contemporanea con i reparti antiterrorismo di mezza Europa (17 gli arrestati in totale). Nel mirino otto abitazioni e un magazzino dove è stata trovata refurtiva elettronica. L’obiettivo era arrestare il maggior numero possibile di appartenenti a un’organizzazione criminale algerina dedita a furti, rapine, clonazione di carte di credito: tutti reati il cui provento finiva in buona parte in Algeria, attraverso corrieri o money transfer. Le tracce del denaro, una volta arrivato in Nord Africa, si perdono nel deserto. Ma, secondo il Gico, il gruppo aveva contatti piuttosto evidenti con presunti membri di cellule terroristiche: per la precisione, li finanziava.  
Il “cervello” dell’organizzazione è stato preso proprio a Bergamo, in città, dove il gruppo ha messo a segno alcuni furti in appartamento. Si tratta di un quarantenne algerino, coetaneo di un altro arrestato: entrambi sono stati presi nella zona di via Carducci. L’operazione è filata liscia, ma non sono mancati i momenti di tensione: per entrare in due abitazioni i finanzieri hanno dovuto usare le maniere forti. Un altro algerino, un 50enne, è stato arrestato a Almenno San Salvatore. Tutti e tre sono finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere, aggravata dal carattere di transnazionalità. Indagato a piede libero il titolare del magazzino dove sono state trovate le apparecchiature elettroniche, pure lui algerino.
I membri del gruppo erano estremamente mobili: si spostavano attraverso le frontiere come volevano. Oggi qui, domani in un’altra città europea. Disponevano di molti documenti falsi, che in certi casi producevano da soli. Arresti sono stati fatti in Francia, Spagna, Austria e Gran Bretagna. In Italia gli algerini ammanettati, compresi i tre di Bergamo, sono in tutto sei.
Inquietanti i contatti con i gruppi terroristici attivi sulla scena internazionale: uno degli arrestati (non è tra quelli presi a Bergamo) figura addirittura nella lista Onu dei sospetti finanziatori delle organizzazioni eversive. Non solo. Un membro del gruppo, tempo fa, spedì denaro in Bosnia. Sorpresa: il destinatario era un appartenente a una cellula terroristica islamica locale.
Infine, sono stati documentati contatti con altri due soggetti arrestati in Svizzera, accusati a loro volta di foraggiare i professionisti del terrore. Uno scenario preoccupante, che ha toccato direttamente anche Bergamo. A dimostrazione che nemmeno una tranquilla città di provincia può ritenersi estranea alle tensioni che percorrono questi anni difficili.
A sottolineare l’importanza dell’operazione è stato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Abbiamo smantellato una cellula terroristica algerina che raccoglieva finanziamenti per le attività terroristiche fuori dall’Italia”.

 

La rivelazione – Clamorosi sviluppi nelle indagini sul fallito attentato alal caserma Santa barbara: game aveva annotato luoghi e spostamenti del ministro orobico.

Calderoli nel mirino del kamikaze libico

Nel giorno in cui Bergamo scopre di avere in casa tre presunti fiancheggiatori di cellule terroristiche, arriva un’altra notizia inquietante. Mohammed Game, il libico che tentò di farsi saltare in aria davanti alla caserma Santa Barbara di Milano, aveva messo nella lista dei possibili obiettivi anche Roberto Calderoli. E’ quanto emerge dagli sviluppi delle indagini in corso a Milano.
Game, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva minuziosamente annotato dettagliate informazioni su personalità istituzionali, tra cui anche il ministro orobico,
La Russa e Maroni. In particolare, aveva preso nota degli spostamenti della scorta di Calderoli, informandosi anche sulla sua abitazione a Mozzo. Attraverso Google Maps, il libico aveva studiato attentamente i luoghi dove il leghista risiede. Con il passare dei giorni, Game assomiglia sempre meno a un esaltato e sempre di più a un pericoloso elemento estremista. E Bergamo si scopre compreso nell’incubo.

 

Il ministro – Roberto Maroni, ministro dell’Interno, scende in sala stampa a palazzo Chigi prima del Cdm per parlare dell’operazione di oggi a Milano e fare i complimenti alla Gdf.

Maroni: “Cresce terrorismo in franchising”

“Non solo a Milano ma anche nell’area circostante” sta prendendo piede quello “che ho definito il terrorismo in franchising”. Roberto Maroni, ministro dell’Interno, scende in sala stampa a palazzo Chigi prima del Cdm per parlare dell’operazione di oggi a Milano e fare i complimenti alla Gdf. “Questi fenomeni – avverte – stanno assumendo una dimensione piuttosto rilevante. Come ho già avuto modo di dire qualche giorno fa, l’evoluzione che c’è stata da queste cellule che raccolgono fondi per kamikaze fai da te attraverso il sistema di terrorismo in franchising”, riguarda il capoluogo lombardo e l’area circostante. Seguiamo tutto sempre con grande attenzione, intervenendo con tempestività come il caso di oggi. Faccio i complimento ai magistrati e alla Gdf che hanno smantellato questa pericolosa cellula criminale algerina”.

 

Il verde Vertova su Facebook: Invernizzi da Ku Klux Klan

Provocazione del consigliere comunale dei Verdi Pietro Vertova: sulla sua bacheca in Facebook è comparsa un’immagine che ritrae l’assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi con il cappuccio bianco da Ku Klux Klan. Il riferimento di Vertova è all’aggressione di Venezia: il 13 settembre quattro bergamaschi, secondo la Procura della Repubblica lagunare, furono protagonisti dell’aggressione a due camerieri immigrati, in una trattoria. Le seguenti dichiarazioni di Invernizzi non sono piaciute a Vertova, che ha incollato su Facebook un’immagine piuttosto forte accompagnata da un finto lancio dell’agenzia Ansa, ritoccato in più punti. Una provocazione. “Politicamente ho fatto una cavolata, ma restano ferme le mie critiche all’atteggiamento di Invernizzi”. “Mi consulterò con il mio avvocato – ha ribattuto Invernizzi -. Ma se Vertova chiede scusa tutto si può risolvere”. Sull’argomento Vertova ha già presentato un’interpellanza in Consiglio comunale: chiederà al sindaco Franco Tentorio se ritiene Invernizzi idoneo per il ruolo di assessore alla Sicurezza.

 

E BRAVO CONSIGLIERE VERTOVA……..   NOI PENSIAMO AL TERRORISMO E LUI SEMPRE IN CERCA DI MODI PER FARSI NOTARE !!!!

Raccolta firme per salvare i crocifissi

Il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli ritorna sulla sentenza della Corte europea per i diritti dell’Uomo con questa dichiarazione e annuncia una mobilitazione : calderoli-roberto_0021.jpg

 

Nessuno potrà mai privarci dei nostri simboli, della nostra storia, della nostra identità. Come tutti voi saprete nei giorni scorsi la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, con una sentenza, che ha lasciato a dir poco sconcertati, ha stabilito che i crocifissi debbano essere rimossi dalle nostre scuole. Rimuovere i crocifissi significherebbe rinunciare ad una parte della nostra cultura, della nostra tradizione, di quello che oggi siamo. Una rinuncia che nessuno di noi intende accettare. Per questo – anche se il Governo ha già presentato un ricorso contro questa pronuncia della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo – la Lega Nord non starà a guardare e, come sempre è accaduto in tutti i precedenti casi analoghi, si attiverà, fin da subito, per dare al popolo la possibilità di pronunciarsi e dire l’ultima parola sull’opportunità o meno di privarci di un simbolo importante quale il crocifisso. Pertanto ci mobiliteremo immediatamente per dare il via ad una maxi raccolta firme a riguardo: portiamo in piazza i nostri gazebi e i nostri banchetti, diamo la parola al popolo e facciamo firmare tutti i cittadini per chiedere, attraverso una petizione popolare, di lasciare i crocifissi sui muri delle nostre scuole, dei nostri ospedali, dei nostri luoghi pubblici, dove sono sempre stati. Seppelliamo di firme questa assurda sentenza e facciamo sentire la voce dei popoli del Nord, uniti in un solo grido: giù le mani dai nostri crocifissi!”. (BergamNews, 6 Novembre 2009)

Lutto nella Lega. Addio a Pedretti, ultimo della vecchia guardia

(L’Eco di Bergamo/13-03-2009)

Era l’ultimo rimasto della vecchia guardia, quella dei fondatori della Lega in terra bergamasca. Un militante vero, fedelissimo, che non si è tirato indietro mai. Tanto che quando, nel 2007, il partito ha coniato le «tessere d’oro» è stato a lui che Umberto Bossi ha voluto consegnare la prima, la numero uno. Gianni Pedretti, classe 1923, è morto nella notte fra mercoledì e ieri nella sua casa di Curno. Suo figlio Roberto, al quale anche i ministri Bossi e Calderoli, appresa la notizia, hanno voluto manifestare la loro vicinanza, è l’attuale vicesindaco del paese, eletto nelle fila del Carroccio dopo che il padre gli ha trasmesso la passione per la politica.

E che questa passione nascesse dal profondo lo si capiva dalle parole stesse dell’anziano militante, che in occasione della consegna della tessera d’oro sul palco di Pontida aveva messo insieme i ricordi di una vita politica in cui si era buttato con l’entusiasmo di un ragazzino. «La mia tessera di militante, quella normale, è datata 14 maggio 1985», raccontava. Il primo incontro con Bossi? Proprio nel 1985, in Borgo Santa Caterina. Il senatùr era praticamente uno sconosciuto ma a lui, che di partiti non si era mai occupato prima, era subito piaciuto: «È uno col cervello». I primi tempi fra i lumbard sono stati duri, «eravamo in pochi, ci consideravano dei matti». Allora c’erano Gianni Pedretti e il suo amico Enzo Innocente Calderoli, lo zio di Roberto, ministro per la Semplificazione normativa. Poi Luigi Moretti, Adriano Poli e pochi altri. Tutta gente che si muoveva su e giù fra Bergamo e Varese per recuperare copie di Lombardia Autonomista e attaccare i manifesti. «Avevamo anche il telefono sotto controllo, arrivavano un sacco di minacce». Pedretti ha lavorato parecchio per il Carroccio, scegliendo però di restare defilato: «Bossi me l’aveva chiesto se volevo fare carriera, io preferivo stare con la famiglia. Però per un po’ sono stato il cassiere della Lega Nord provinciale». Cosa che gli è valsa il soprannome, affettuoso, di «mela franc»: quando in segreteria arrivava gente a ritirare materiale, lui ricordava il contributo di mille lire, appunto.
Artigiano meccanico nato ad Azzano San Paolo ma da una vita residente a Curno, in via Trieste, Pedretti era la memoria storica (fra i fondatori qualcuno non c’è più, altri non sono più tesserati) del partito a Bergamo. Ed è stato orgogliosissimo, lui, il «mela franc», quando Bossi ha scritto il suo nome sulla tessera simbolo di quelle create dalla Lega per «onorare e ricordare a tutti, in tempi in cui la politica tende a dimenticare, l’impegno quotidiano e costante dei militanti». I funerali di Pedretti si svolgeranno domani alle 10 nella parrocchiale di Curno. (Anna Gandolfi/Eco di Bergamo)