Immigrati romeni. Maroni: c’è timore

Maroni conf stampa.jpgC’è «apprensione» per l’ingresso della Romania nel sistema Schengen, previsto per i primi mesi del 2011. L’allarme lo ha lanciato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha già pronte le contromisure.
Il titolare del Viminale vorrebbe fosse data la possibilità di allontanare dall’Italia i cittadini comunitari che non hanno un reddito e un lavoro.   In un’audizione al Comitato Schengen, ha anche ribadito che gli sbarchi sono in calo, nonostante gli arrivi di migranti attraverso nuove rotte che partono da Turchia e Grecia. «In Italia – ha premesso Maroni – la comunità romena è una delle più numerose: la maggioranza è bene integrata, ma ci sono alcune frange, come i nomadi, che rappresentano un problema per la sicurezza pubblica».   Nei primi nove mesi dell’anno – ha ricordato – «sono stati rintracciati 1.412 romeni in posizione irregolare; 327 sono stati rimpatriati coattivamente, 858 hanno lasciato volontariamente l’Italia e 227 non sono stati allontanati, perché la direttiva europea sulla libera circolazione non prevede sanzioni per chi viola le norme». Ora, ha sottolineato il ministro, «vogliamo colmare questa lacuna, non si può fare finta di niente».
Intanto, chiusa la direttrice Libia-Lampedusa, si stanno diversificando le rotte degli immigrati in Italia, con sbarchi soprattutto in Calabria, Puglia (in Salento sono stati rintracciati quest’anno 1.173 clandestini contro i 178 del 2009) e, in misura minore, in Sardegna.  Comunque, ha sottolineato Maroni, «anche quest’anno prosegue il trend degli sbarchi in calo: nei primi 9 mesi del 2010 sono stati 2.868, contro gli 8.292 dell’anno precedente».
Capitolo Cie. «Entro il 2011– ha annunciato Il ministro – puntiamo ad aprire quattro nuovi Centri in Marche, Campania, Veneto e Toscana. Le trattative con gli enti locali per i siti sono più lunghe del previsto, noi non vogliamo imporre nulla, c’è un negoziato in corso con gli enti locali». Quanto al Cie di Lampedusa, visto il drastico calo degli arrivi sull’isola, sarà ceduto al Comune per realizzarvi una scuola. (da Eco di Bergamo,13-9-2010)

Se si votasse domani stravincerebbero Pdl e Lega

bossi bello.jpgSe si votasse domani vincerebbero Pdl e Lega. Mentre il ministro Maroni si fa beccare fuori onda ad azzardare date per nuove elezioni, il sondaggio realizzato dall’esperto Nicola Piepoli non lascia spazio a dubbi : maggioranza assoluta alla Camera e al Senato per l’asse Popolo della Libertà-Lega Nord.

I sondaggi, si sa, non sono la sfera magica. Però qualcosa del paese la raccontano. Dicono per esempio che, nonostante tutto, il consenso di Silvio Berlusconi nel paese è stabile attorno al 50 per cento circa. Gianfranco Fini è al 29 per cento contro il 34 che aveva all’inizio di settembre.

Fermo da quattro settimane Pierluigi Bersani al 28. I ministri più amati sono Frattini (54), Tremonti e Maroni (51). Poi Galan (45), La Russa e Prestigiacomo (44).

Le intenzioni di voto dicono una cosa sola: alla Camera vincono Pdl e Lega, che si aggiudicano quindi i 346 seggi del premio di maggioranza. Il Carroccio vale l’11 per cento e il Popolo della Libertà il 32: totale 43 per. Percentuali che darebbero a Bossi 87 deputati contro gli attuali 59. Il Pdl passerebbe invece dagli attuali 235 seggi (senza i finiani) a 259. E anche al Senato Pdl e la Lega, insieme, avrebbero tra i 160 e i 165 senatori …… (dalla stampa locale)

«Con la nostra politica meno sbarchi, l’Ue si dia una mossa»

Maroni. «Sull’immigrazione seguiamo l’Europa»

Difende i risultati del suo governo il ministro degli Interni Roberto Maroni. Anzi – per essere precisi – i suoi: «Io rispondo di quello che ho fatto». Traccia un bilancio, fornisce con puntiglio molte cifre: e i bilanci, di solito, si fanno a fine esercizio. Il clima della giornata, politicamente, è molto delicato. Maroni in mattinata al Meeting spiega che il governo italiano, sulla questione dei rom, «si è sempre mosso nell’ambito delle norme europee. Chi dice il contrario o è in malafede o non sa di cosa parla. Negli ultimi due anni abbiamo regolarizzato situazioni che erano invivibili, una vergogna per un Paese civile».
Maroni.jpgEsiste una direttiva europea, ricorda il ministro, che riguarda le condizioni per cui i cittadini europei possono stabilirsi negli Stati membri, la numero 38 del 2004: essa «stabilisce che i cittadini comunitari hanno diritto di soggiornare per tre mesi in un altro Paese europeo, ma ad alcune condizioni. Noi vogliamo applicarla con rigore. Se queste regole valgono per me quando vado in Francia, devono valere anche per chi viene in Italia. Il governo – assicura – si è mosso e si muoverà sempre nell’ambito delle norme europee». Le norme, però, sono una cosa, fa capire, la politica un’altra: non tutti i soggetti che dovrebbero gestire il fenomeno dell’immigrazione lo stanno facendo.
«Mi riferisco all’Unione europea. Occorre che si dia una mossa – ha detto Maroni –, che capisca che il problema non è dell’Italia o della Spagna, della Grecia o di Malta, ma di tutti». Da tempo Maroni domanda una politica comune: «Ho chiesto perché i Paesi dell’Unione non fanno uno sforzo per gestire in maniera unitaria e uniforme il tema dell’asilo e dei rifugiati. La risposta dei Paesi del Nord è stata: «No, grazie, vengono da voi e ve li tenete. Questo la dice lunga sul ritardo, innanzitutto culturale, dell’Unione». Spiega che in Italia «abbiamo centomila rifugiati: sono qui, stanno bene, sono persone scappate da Paesi in cui c’è la guerra e anche persone invece che godono di una semplice “protezione internazionale” che l’Italia dà anche a chi è debole, anziano, disabile, alle donne incinte, tutta gente che potremmo rimpatriare. Centomila persone che sono a carico nostro e che invece accogliamo, perché è giusto che sia così».
Ricorda che in questi anni c’è stata «una drastica riduzione dell’arrivo di minori non accompagnati». E quelli che arrivano non vengono ributtati in mare: «Ci sono altri Paesi, che spesso ci fanno la morale, che invece li rispediscono nei loro luoghi di origine, anche in Afghanistan. La nostra accoglienza in questo senso, gestita dal volontariato, è un modello». «Mi hanno accusato – dice Maroni – di aver introdotto le leggi razziali e di aver aperto dei campi di concentramento. Ma dimenticano che i Cie li ha inventati Napolitano quando era ministro dell’Interno».
Le accuse di «Famiglia cristiana» al governo Berlusconi – aggiunge – «non mi fanno né caldo né freddo. Un anno e mezzo fa mi hanno definito Hitler e sono stato costretto a sporgere querela perché, francamente, non era una critica ma un insulto. Io mi considero una persona ragionevole. Se c’è qualcuno che mi dice: “Guarda, le politiche che stai facendo sono sbagliate” e mi dimostra che è così io le cambio, non ho nessuna prevenzione, nessun atteggiamento ideologico. Io e la Lega siamo nati quando è caduto il Muro di Berlino; siamo figli della concretezza. Ma quando qualcuno mi dice che le nostre politiche non vanno bene “a prescindere”, allora non mi sta bene. Se le stesse cose che faccio io le fanno Zapatero e Sarkozy va bene, se invece le faccio io sbaglio?».
Certo – dice il ministro – «l’immigrazione è un fenomeno complesso e sono convinto che non si governa solo con la sicurezza». Parla del censimento dei beni sottratti alle mafie: «Entro due o tre mesi – confidando che il governo possa durare – conto di completarlo». Vorrebbe adoperare questi beni, «ingentissimi», «per investirli nella sicurezza e nell’integrazione», con l’appoggio del Terzo settore: nel 2008/10 – spiega – si tratta di «32.799 beni, immobili, aziende, terreni, unità produttive, per un controvalore di 15 miliardi di euro».
Maroni ha difeso anche l’accordo italo-libico per fermare gli sbarchi sulle nostre coste, alla vigilia dell’incontro di lunedì prossimo tra Berlusconi e Gheddafi: «È un accordo ottimo, ha risolto un’emergenza seria». Anche qui snocciola numeri: «Nell’ultimo anno in Italia sono sbarcati complessivamente 3.499 clandestini, nell’anno precedente ne erano arrivati 29.076: c’è stata una riduzione dell’88%» (da Eco di Bergamo,26-8-10)

Maroni contestato per la “tessera del tifoso”

Momenti di tensione all’esterno della “Berghem Fest” di Alzano Lombardo nella serata di mercoledì, circa alle 22. Un gruppo di giovani, comprendente anche ultras dell’Atalanta, ha voluto contestare il ministro Roberto Maroni, presente sul palco della festa provinciale della Lega Nord con i ministri Calderoni e Tremonti. maroni-3.jpgMentre all’interno della tensostruttura il pubblico presente acclamava l’intervento del ministro, all’ esterno dell’area feste, con l’intenzione di manifestare contro la “tessera del tifoso” ma  bloccata dalle forze dell’ordine, una parte del gruppo si è prodigata in lancio di petardi e torce. Il bilancio della contestazione, secondo le forze dell’ordine, è di due agenti leggermente feriti e di 5 automobili (una dei vigili urbani ed una dei carabinieri) incendiate. La manifestazione è durata una ventina di minuti ed alcuni dei responsabili sono stati immediatamente fermati, identificati e portati in questura dalla polizia.

Il ministro Maroni ha solo brevemente interrotto il suo intervento non appena si sono uditi i petardi e ha commentato “questi non sono tifosi ed io con i violenti non parlo, lo faccio solo con i tifosi veri”. Ancora più duro poi Roberto Calderoni : “quando sento fuochi d’artificio o peti dietro, provo fastidio. Sono atalantino e ho passione per gli ultras e non posso accettare che l’immagine di Bergamo sia svenduta da pochi imbecilli che prima delle partite vanno ad attaccare polizia e tifosi ospiti”. 

 

TUTTA LA LEGA alla BERGHEM FEST

«Bèrghem Fest» – Sul palco leghista quattro ministri

Attesi Bossi, Tremonti, Calderoli e Maroni – La kermesse provinciale al via ad Alzano.

 

È la festa storica della Lega. Storica perché di anni ne ha 21. Decana sul territorio orobico, è una delle più longeve sull’intero suolo lombardo: apre domani la «Bèrghem Fest», l’unica che i leghisti bergamaschi definiscono festa provinciale. La sede sarà la solita, quella ad Alzano, vicino alle piscine. Ma il parterre è d’eccezione: si contano ben quattro ministri. Il primo a intervenire sarà Umberto Bossi, numero uno della Lega e titolare delle Riforme. Il suo comizio è atteso per sabato alle 21,30 e cartelloni in mezza provincia già lo pubblicizzano. calderoli-roberto_0021.jpgLa serata «di governo» sarà poi il 25, mercoledì: si confronteranno sul tema «Federalismo fiscale, riforme e sicurezza», Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Maroni, ministro dell’Interno, e Giulio Tremonti, titolare dell’Economia. Ma nell’edizione numero 21 della festa ci sarà spazio per le realtà politiche e amministrative a ogni livello, come sottolineato ieri dal responsabile politico della kermesse, l’onorevole Nunziante Consiglio: «Abbiamo dato spazio ai Comuni, con l’intervento di sindaci e assessori, così come alla Provincia, con il presidente Ettore Pirovano. Approfondimenti poi sulla politica regionale. Per l’organizzazione ringrazio anche Giacomo Stucchi e Daniele Belotti: ad Alzano avremo un’arena in cui si attendono prese di posizioni di rilievo nazionale, un bis di quanto fino a ora avvenuto a Ponte di Legno». Presente alla conferenza di lancio – insieme anche a Bruno Bosatelli ed Emanuele Pezzotta dello staff organizzativo – Pirovano ha sottolineato la «completezza del programma» ma anche «rispetto alle divisioni di altri partiti, la forza di un movimento che ha visto tanti tentativi esterni di mettere i suoi componenti uno contro l’altro, ma che invece ha sempre mostrato unità. Ci hanno attaccato nel 2004, quando Bossi è stato male, dicendo che ci sarebbero state divisioni. Non è stato così, anzi». Venendo al programma (resta la parte di ristoro e musica, come da tradizione), con i dibattiti (sempre alle 21,30) si parte domani: Nunziante Consiglio interverrà, insieme ad alcuni amministratori locali, su «Valle Seriana, quali prospettive?». Venerdì gli onorevoli Paolo Grimoldi e Matteo Salvini discuteranno del ruolo dei giovani padani. Sabato tocca a Bossi, domenica su «La forza della Lega fra Regione e Provincia» si confronteranno Pirovano e Andrea Gibelli, vicepresidente al Pirellone. Lunedì ci sarà il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, martedì interverranno l’onorevole Stucchi e il segretario nazionale lumbard Giancarlo Giorgetti. Mercoledì spazio ai ministri, giovedì ai sindaci e ai consiglieri provinciali leghisti. Venerdì 27 si discute di obiettivi al Pirellone con l’assessore Daniele Belotti, il capogruppo lumbard Stefano Galli e i consiglieri Giosuè Frosio e Roberto Pedretti. Sabato ribalta per il Comune di Bergamo con il sindaco Franco Tentorio (unico esponente Pdl insieme a Tremonti) e gli assessori Invernizzi, Saltarelli, Facoetti e Bandera. Per la chiusura, il 29 agosto, sul palco i politici leghisti bergamaschi. È attesa, in più, la conferma del sindaco di Verona Flavio Tosi.

A. G. (da Eco di Bergamo 18,8,10)

Elezioni in vista

Maroni: al Nord la Lega è già il partito di riferimentomaroni-e-calderoli-300x225.jpg

“In molte regioni del Nord siamo già il primo partito, non so in termini elettorali ma in termini politici, in quanto siamo percepiti come il partito di riferimento per risolvere i problemi”. E’ quanto ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel corso del programma online “Mentana condicio” trasmesso da “Corriere.it”.

Maroni rassicura il centrodestra affermando che “non ci saranno ripercussioni sui rapporti tra Lega e Pdl dopo le elezioni, neanche se la Lega diventasse il primo partito al Nord, perchè noi siamo seri, non siamo al governo per avere un ministero in più: un buon risultato servirà però a convincere gli alleati ad accelerare sulla riforma federale dello Stato”.

Secondo Maroni, per il partito di Bossi “vincere le elezioni vuol dire conquistare due importanti Regioni (il Piemonte e il Veneto, ndr) e attuare la riforma federale”, mentre per quanto riguarda la coalizione “noi partiamo da undici a due, ogni Regione in più è un successo”. (da BergamoSera,26-3-2010)

Maroni pensa a regolamentazione per il web

gameover.jpgNon ci sarà un disegno di legge per prevenire la commissione di reati gravi su internet ma si procederà alla realizzazione di un codice di autoregolamentazione tra tutti i soggetti coinvolti. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo un incontro al Viminale con i gestori delle reti internet e i rappresentanti dei social network. “Ci siamo impegnati a costituire un tavolo con tutti i soggetti intervenuti, che sarà riconvocato a metà gennaio, per discutere le nostre proposte e valutare la possibilità di trovare una soluzione e cioè un codice di autoregolamentazione piuttosto che una norma di legge”. Il governo sembra dunque intenzionato a rivedere la decisione di intervenire per legge su una materia che, come ha detto lo stesso Maroni, è molto delicata perché va a incidere sulla libertà di espressione dei cittadini. La strada da seguire – ha sottolineato il ministro – è quella di cercare un accordo tra tutti, definendo un codice di autoregolamentazione che coinvolga tutti i soggetti interessati, evitando interventi d’autorità ma ottenendo ugualmente il risultato. Un codice che dovrà essere approvato “in tempi rapidi, per combattere il proliferare di gruppi che inneggiano all’omicidio, al terrorismo e alla mafia”. Se, alla fine, un’intesa si troverà, prosegue Maroni, si tratterà di “un grande accordo di responsabilità fra tutti gli operatori e sarebbe il primo caso al mondo” di una sorta di compromesso tra la necessità di “tutelare la libertà di espressione del pensiero e quella di rimuovere contenuti che integrino gravi reati”.

Maroni: allerta sui pacchi bomba. Belotti: estradizione per Manenti

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni dice di “non sottovalutare” i recenti episodi di pacchi-bomba e spiega che “c’è la massima allerta dal punto di vista investigativo per scoprire le ragioni, chi organizza questi attentati e per impedire che succedano in futuro”.
Intervistato dal Tg5 Maroni ha detto che “quello di Milano si aggiunge a quello di Gradisca di Isonzo e ad altri collegati comunque agli ambienti del terrorismo interno o internazionale: c’è la massima allerta dal punto di vista investigativo – ha concluso – per scoprire le ragioni, chi organizza questi attentati e per impedire che succedano in futuro”.
belotti-1.jpgNel frattempo, il consigliere regionale della Lega Nord Daniele Belotti ha presentato una petizione a tutti i sindaci, presidente della Provincia, consiglieri regionali e parlamentari di Bergamo per chiedere alla Francia l’estradizione del terrorista rosso Narciso Manenti, condannato in via definitiva all’ergastolo.
Trent’anni fa un commando di “Guerriglia proletaria”, composto da Manenti ed Enea Guarinoni, uccise a Bergamo Alta l’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri. Da quel momento Manenti fuggì in Francia, dove tuttora vive, nei dintorni di Parigi. (BergamoSera, 18-12-09)

Terrorismo : non si abbassi la guardia !!

Terrorismo, Maroni: c’è una cellula delle Br anche a Bergamo

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha lanciato l’allarme su un gruppo che si richiama alle Brigate rosse e che nei giorni scorsi ha fatto recapitare un lungo documento alla redazione bolognese del Resto del Carlino e dell’Unità. Quattro pagine nelle quali sembra concretizzarsi il rischio paventato da tempo dai servizi: la saldatura tra gli ambienti antagonisti e il terrorismo di matrice islamica. “Questo gruppo – ha avvertito il responsabile del Viminale – propone di territorializzare le attività ed è composto da cinque cellule radicate a Milano, Torino, Lecco, Bologna e Bergamo”.Maroni.jpg

Il documento minaccia politici di tutti gli schieramenti e giornalisti, e inaugura una nuova stagione di lotta armata “non più progetto strategico, ma frutto di singole azioni finalizzate a radicalizzare lo scontro sociale”. Gli 007 lo ripetono da tempo. La lettura profonda dei segnali giunti finora portava nella stessa direzione: un pericolo concreto di nuovi episodi di violenza per mano di quanti “pescano” manovalanza nel crescente disagio sociale conseguente alla crisi economica.

A contribuire alla tensione, il tam-tam di radio carcere che imputa il suicidio della brigatista Diana Blefari Melazzi, a fine ottobre, al “regime”. Nel documento, firmato dai “Nuclei di azione territoriale Luca e Annamaria Mantini”, ci si appella ai lavoratori, alle donne vittime di violenze, ai migranti, a tutti i soggetti ritenuti “deboli” e si teorizza la collaborazione con quanti combattono per la Jihad. Esattamente lo scenario delineato dai servizi nei mesi scorsi quando furono prese molto sul serio le minacce al premier, alla Lega e ad alcuni ministri.

A questi elementi si saldano l’esclusione di alcune forze politiche dal Parlamento (circostanza alla quale il documento fa esplicito riferimento) e persino i nuovi equilibri interni al Pd “dove la stupidità dei suoi dirigenti, le leggi carogna e di stampo fascista e il regime di radio, tv e giornali hanno cancellato qualsiasi rappresentanza della sinistra”. Ci devono essere “lotta e propaganda” anche armate.

Il documento è una sorta di chiamata alle armi, un «manifesto programmatico» ora all’attenzione della Digos. Si parla della necessità di passare «all’azione diretta» e «violenta». Si individuano obiettivi: forze dell’ordine, carceri, centri per l’identificazione degli immigrati, mezzi di informazione. Spaventa il richiamo alle Br che prevale sull’impostazione anarco-insurrezionalista. Gli esperti indagano per capire se abbia fondamento l’esistenza di cinque nuclei già attivi.

(da BergamoSera, 16-1-09)

Rassegna stampa

La “deregulation” di Calderoli per le imprese e l’edilizia

 Continua la lotta contro la burocrazia del ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli.
Nella seduta di oggi del Consiglio dei Ministri sono stati infatti approvati importanti novità in termini di risparmio e di snellimento delle attività burocratiche. 
Tre i settori che, in modo particolare, saranno agevolati dai nuovi interventi di semplificazione: le imprese, l’edilizia – lavori pubblici e il welfare. 
“Grazie a questi nuovi interventi avremo un ulteriore risparmio complessivo di oltre 1 miliardo di euro l’anno”, sottolinea il ministro per
la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli.
  Molte le agevolazioni alle imprese, per esempio: la tenuta dei libri sociali, il cui obbligo passerà da trimestrale ad annuale, con un risparmio complessivo di circa 750 milioni di euro l’anno; le gestioni delle strutture ricettive saranno informatizzate, per un risparmio di 49 milioni di euro.
Sul modello di altri Paesi comunitari, tutti gli adempimenti amministrativo – burocratici per le imprese vengono poi concentrati in due date l’anno (il 1° marzo ed il 1° settembre). Saranno libere – ossia non più soggette a Dia – una serie di piccole attività edilizie, purché conformi agli strumenti urbanistici comunali e nel rispetto delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio igienico-sanitarie, nonché di quelle ambientali. 
Tra queste tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, nonché alcuni lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche. 
Per via telematica e senza spese in più per il cittadino, si potrà inoltre comunicare la cessione di fabbricati, con un risparmio di oltre 93 milioni di euro. 
Importanti e dettagliati anche gli interventi che riguardano il welfare, dalla semplificazione della denuncia d’infortunio o malattia: il Dipartimento della funzione pubblica ha quantificato in 155 milioni di euro annui il costo della doppia denuncia ma attuando questa semplificazione si potrà avere un risparmio per le imprese di 77 milioni di euro l’anno. 

Buone notizie anche per i lavoratori dello spettacolo: la misura adottata potrebbe eliminare oneri per circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, di cui 209 milioni a carico delle imprese ed il resto per l’Enpals. Questa semplificazione riguarda oltre 6 mila imprese e ben 260mila lavoratori.
“Questi – conclude il ministro Calderoli – sono soltanto alcuni degli interventi che sono stati attuati contro la burocrazia, grande nemica di cittadini e imprese”.

 

Carolina Lussana: no al ritorno dell’immunità

La Lega Nord si schiera nettamente contro la proposta di reintrodurre l’immunita’ parlamentare avanzata da molti esponenti del Popolo della Liberta’. “Non penso che sia opportuno al momento discutere di immunita’ e comunque ritengo che sia impraticabile tornare alla vecchia formulazione”, ha detto Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera.

 

Terrorismo, arresti a Bergamo

Operazione Hajii. Il blitz del Gico, il reparto speciale della Guardia di Finanza che si occupa di terrorismo internazionale, è scattato prima dell’alba. Quaranta uomini in tutto provenienti da Milano, rinforzati da alcuni militari del comando di Bergamo, sono entrati in azione nella periferia sud della città, in contemporanea con i reparti antiterrorismo di mezza Europa (17 gli arrestati in totale). Nel mirino otto abitazioni e un magazzino dove è stata trovata refurtiva elettronica. L’obiettivo era arrestare il maggior numero possibile di appartenenti a un’organizzazione criminale algerina dedita a furti, rapine, clonazione di carte di credito: tutti reati il cui provento finiva in buona parte in Algeria, attraverso corrieri o money transfer. Le tracce del denaro, una volta arrivato in Nord Africa, si perdono nel deserto. Ma, secondo il Gico, il gruppo aveva contatti piuttosto evidenti con presunti membri di cellule terroristiche: per la precisione, li finanziava.  
Il “cervello” dell’organizzazione è stato preso proprio a Bergamo, in città, dove il gruppo ha messo a segno alcuni furti in appartamento. Si tratta di un quarantenne algerino, coetaneo di un altro arrestato: entrambi sono stati presi nella zona di via Carducci. L’operazione è filata liscia, ma non sono mancati i momenti di tensione: per entrare in due abitazioni i finanzieri hanno dovuto usare le maniere forti. Un altro algerino, un 50enne, è stato arrestato a Almenno San Salvatore. Tutti e tre sono finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere, aggravata dal carattere di transnazionalità. Indagato a piede libero il titolare del magazzino dove sono state trovate le apparecchiature elettroniche, pure lui algerino.
I membri del gruppo erano estremamente mobili: si spostavano attraverso le frontiere come volevano. Oggi qui, domani in un’altra città europea. Disponevano di molti documenti falsi, che in certi casi producevano da soli. Arresti sono stati fatti in Francia, Spagna, Austria e Gran Bretagna. In Italia gli algerini ammanettati, compresi i tre di Bergamo, sono in tutto sei.
Inquietanti i contatti con i gruppi terroristici attivi sulla scena internazionale: uno degli arrestati (non è tra quelli presi a Bergamo) figura addirittura nella lista Onu dei sospetti finanziatori delle organizzazioni eversive. Non solo. Un membro del gruppo, tempo fa, spedì denaro in Bosnia. Sorpresa: il destinatario era un appartenente a una cellula terroristica islamica locale.
Infine, sono stati documentati contatti con altri due soggetti arrestati in Svizzera, accusati a loro volta di foraggiare i professionisti del terrore. Uno scenario preoccupante, che ha toccato direttamente anche Bergamo. A dimostrazione che nemmeno una tranquilla città di provincia può ritenersi estranea alle tensioni che percorrono questi anni difficili.
A sottolineare l’importanza dell’operazione è stato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Abbiamo smantellato una cellula terroristica algerina che raccoglieva finanziamenti per le attività terroristiche fuori dall’Italia”.

 

La rivelazione – Clamorosi sviluppi nelle indagini sul fallito attentato alal caserma Santa barbara: game aveva annotato luoghi e spostamenti del ministro orobico.

Calderoli nel mirino del kamikaze libico

Nel giorno in cui Bergamo scopre di avere in casa tre presunti fiancheggiatori di cellule terroristiche, arriva un’altra notizia inquietante. Mohammed Game, il libico che tentò di farsi saltare in aria davanti alla caserma Santa Barbara di Milano, aveva messo nella lista dei possibili obiettivi anche Roberto Calderoli. E’ quanto emerge dagli sviluppi delle indagini in corso a Milano.
Game, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva minuziosamente annotato dettagliate informazioni su personalità istituzionali, tra cui anche il ministro orobico,
La Russa e Maroni. In particolare, aveva preso nota degli spostamenti della scorta di Calderoli, informandosi anche sulla sua abitazione a Mozzo. Attraverso Google Maps, il libico aveva studiato attentamente i luoghi dove il leghista risiede. Con il passare dei giorni, Game assomiglia sempre meno a un esaltato e sempre di più a un pericoloso elemento estremista. E Bergamo si scopre compreso nell’incubo.

 

Il ministro – Roberto Maroni, ministro dell’Interno, scende in sala stampa a palazzo Chigi prima del Cdm per parlare dell’operazione di oggi a Milano e fare i complimenti alla Gdf.

Maroni: “Cresce terrorismo in franchising”

“Non solo a Milano ma anche nell’area circostante” sta prendendo piede quello “che ho definito il terrorismo in franchising”. Roberto Maroni, ministro dell’Interno, scende in sala stampa a palazzo Chigi prima del Cdm per parlare dell’operazione di oggi a Milano e fare i complimenti alla Gdf. “Questi fenomeni – avverte – stanno assumendo una dimensione piuttosto rilevante. Come ho già avuto modo di dire qualche giorno fa, l’evoluzione che c’è stata da queste cellule che raccolgono fondi per kamikaze fai da te attraverso il sistema di terrorismo in franchising”, riguarda il capoluogo lombardo e l’area circostante. Seguiamo tutto sempre con grande attenzione, intervenendo con tempestività come il caso di oggi. Faccio i complimento ai magistrati e alla Gdf che hanno smantellato questa pericolosa cellula criminale algerina”.

 

Il verde Vertova su Facebook: Invernizzi da Ku Klux Klan

Provocazione del consigliere comunale dei Verdi Pietro Vertova: sulla sua bacheca in Facebook è comparsa un’immagine che ritrae l’assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi con il cappuccio bianco da Ku Klux Klan. Il riferimento di Vertova è all’aggressione di Venezia: il 13 settembre quattro bergamaschi, secondo la Procura della Repubblica lagunare, furono protagonisti dell’aggressione a due camerieri immigrati, in una trattoria. Le seguenti dichiarazioni di Invernizzi non sono piaciute a Vertova, che ha incollato su Facebook un’immagine piuttosto forte accompagnata da un finto lancio dell’agenzia Ansa, ritoccato in più punti. Una provocazione. “Politicamente ho fatto una cavolata, ma restano ferme le mie critiche all’atteggiamento di Invernizzi”. “Mi consulterò con il mio avvocato – ha ribattuto Invernizzi -. Ma se Vertova chiede scusa tutto si può risolvere”. Sull’argomento Vertova ha già presentato un’interpellanza in Consiglio comunale: chiederà al sindaco Franco Tentorio se ritiene Invernizzi idoneo per il ruolo di assessore alla Sicurezza.

 

E BRAVO CONSIGLIERE VERTOVA……..   NOI PENSIAMO AL TERRORISMO E LUI SEMPRE IN CERCA DI MODI PER FARSI NOTARE !!!!