Riforme, il mondo reale corre più velocemente di quello politico

parlamento.jpg“La riforma costituzionale all’esame al Senato prevede che la Camera dei Deputati si occupi delle materie per le quali c’è potestà legislativa esclusiva dello Stato, mentre al Senato toccherà tutto ciò che rientra nella potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni. Se l’intenzione del legislatore è quella di veder cessare il ping-pong delle leggi tra Camera e Senato, velocizzandone l’iter di approvazione, si sappia che così non sarà”.
Lo ha dichiarato la senatrice della Lega Nord Irene Aderenti, intervenendo in aula sulla riforma del Parlamento e la forma di governo.”Infatti attraverso l’istituzione del “richiamo”, si stanno creando le condizioni per la nascita di confusione e incertezza, di sicuro non si semplificheranno e abbrevieranno le procedure per l’approvazione di una legge. Il mondo che sta fuori dalle aule parlamentari, il mondo dell’economia, delle famiglie, dei lavoratori corre molto più velocemente, secondo regole proprie. La Lega Nord sa questo e chiede a tutti il coraggio di porre in atto una vera riforma costituzionale che aiuti la politica del dopo, ad essere al passo con la realtà, a saperla governare anche con serie programmazioni anticipatrici, più che a rincorrerla. In questo stanno la modernità e la dinamicità delle quali la politica deve farsi carico una volta per tutte”.

SI RIPARTE DAL FEDERALISMO

stucchi,proposta-federalista,Chissà se nelle ultime ore qualcuno nel Pdl avrà pensato all’estate 2010 quando, dopo la fuoriuscita dei finiani dal governo e dalla maggioranza, Umberto Bossi esortò il premier Berlusconi a spingere per andare rapidamente a votare e rimettere tutto nelle mani dei cittadini. Se il Cavaliere avesse ascoltato forse, nei mesi a seguire, molte cose sarebbero andate diversamente. Perché chiunque fa politica deve sempre tenere a mente che l’elettore non deve essere mai preso in giro e chi lo fa, prima o poi, paga pegno. E’ quello che è accaduto al Pdl di Alfano che prima ha favorito la nascita del governo dei tecnici e poi, considerato la scarsa popolarità dello stesso, ne ha rinnegato la paternità. Non si può infatti essere eletti promettendo di togliere l’Ici e poi, dopo averla tolta, reintrodurla dopo qualche anno sotto altro nome ma con i medesimi odiosi intenti vessatori. Che peraltro non hanno nulla a che vedere con l’imposta sulla casa prevista nella riforma sul federalismo fiscale, che costituiva una parte importante del programma elettorale del governo Berlusconi. L’elettore non ha abboccato e ha punito ugualmente il Pdl perché si è sentito preso in giro; ha quindi colto la prima occasione utile per farlo capire con l’unico mezzo di cui dispone: la scheda elettorale. A ciò certo si aggiunga che, trattandosi di elezioni amministrative, a contare sono state soprattutto la credibilità dei singoli candidati. Un aspetto, quest’ultimo, che in questa tornata elettorale ha costituito un punto di forza per il Carroccio, che lascia ben sperare per il futuro, nonostante si sia scatenata un’offensiva mediatico-giudiziaria senza precedenti nei confronti della Lega Nord. Dove abbiamo fatto buona amministrazione, o dove abbiamo presentato facce nuove, la Lega Nord ha tenuto. Sicché, a risultati acquisiti, e con i ballottaggi ancora da giocarsi, possiamo dire che la Lega Nord c’è! Con una marcia in più, rispetto alla situazione pre-elettorale, che consiste nella matematica certezza che a consentire al nostro Movimento di continuare ad essere un punto di riferimento per il Nord sono la qualità di una corretta e onesta amministrazione e il nostro progetto federalista. Guardando, infatti, in casa d’altri, tanto a destra quanto a sinistra, o tra gli eletti del Movimento di Grillo, non ci pare emergere alcunché di rivoluzionario, né di risolutivo, per venire a capo della questione settentrionale. Il nostro progetto federalista era e rimane l’unica alternativa possibile alla subalternità del nord rispetto ad uno Stato centralista. Si riparte da qui, quindi, e dai nostri amministratori sul territorio, per costruire il futuro di un Carroccio che oggi, più che mai, vuole portare a casa una volta per tutte la riforma federalista. Autonomia, autogoverno e libertà per le nostre comunità sono obiettivi possibili.

Giacomo Stucchi

Finanziamento ai partiti, la maggioranza fa melina

vanalli cv.JPG“Alla faccia della velocità con cui la maggioranza ha propagandato questo provvedimento che doveva nascere ed essere approvato direttamente in Commissione i relatori ancora oggi hanno presentato una ventina di emendamenti al testo base già trasmesso all’Aula”. A dichiararlo è il deputato del Carroccio Pierguido Vanalli, capogruppo della Lega Nord in Commissione Affari Costituzionali in merito al provvedimento sui finanziamenti e i controlli ai partiti. “Questa – precisa Vanalli – è l’ennesima dimostrazione che non c’è chiarezza nei partiti di maggioranza e nemmeno tra i partiti di maggioranza e il Governo anche per esempio sul tema della quantificazione delle detrazioni fiscali. Tutto ciò – sottolinea il deputato leghista – dimostra a maggior ragione come fosse necessario dare un senso logico a tutta la normativa cominciando nel definire attraverso l’attuazione dell’art.49 cosa fossero i partiti, definire poi come si finanziano e per ultimo definire i controlli di questi finanziamenti, eventualmente pubblici come vogliono loro oppure esclusivamente privati come invece propone la Lega”. “Bressa e Calderisi (relatori del provvedimento) – prosegue Vanalli – hanno deciso che la norma sui finanziamenti e controlli ai partiti venga di nuovo modificato dopo che in Commissione si era votato il mandato ai relatori sul testo definito. A questo punto, come nel classico gioco delle tre carte, compaiono e scompaiono i finanziamenti pubblici e le detrazioni fiscali, con il risultato sperato dalla maggioranza di confondere i cittadini e passare per salvatori della Patria, spacciando così il finto dimezzamento dei rimborsi elettorali come cosa fatta. Constatiamo – conclude Vanalli – che rimane solo la Lega Nord a sostenere la completa abolizione dei finanziamenti pubblici”.

a Bergamo, Maroni: “Da stasera ripartiamo più forti”

Bossi -maroni.JPGMigliaia di militanti della Lega Nord sono arrivati a Bergamo da tutta la Padania per partecipare alla festa ”dell’orgoglio padano”, organizzata in pochissimi giorni nei padiglioni della Fiera Nuova, e molti di loro avevano una scopa in mano. Un gesto simbolico per sollecitare, al grido di ”pulizia, pulizia”, l’avvio di un nuovo corso capace di segnare il riscatto del movimento politico. Nel mirino della base, oltre all’ex tesoriere Francesco Belsito, ci sono stati anche Renzo Bossi e Rosi Mauro. “Sono giorni di passione – ha detto Maroni – di dolore ma anche di rabbia per l’onta che abbiamo subito per essere considerati un partito di corrotti, per Umberto Bossi che non si merita quello che è successo. Ho provato orrore per le accuse di collusione con la ‘ndrangheta e la mafia. Da stasera noi ripartiamo con le nostre straordinarie battaglie. La Lega non morirà mai. La Lega è potentissima, non ci sono cerchi che tengano”. Il partito, ha aggiunto, dimetterà Rosy Mauro e venerdì espellerà Francesco Belsito. “Mi spiace che Rosi Mauro non abbia accolto la richiesta del nostro presidente, ma se non si è dimessa ci penserà la Lega a dimetterla”, ha annunciato l’ex ministro dell’Interno. “Così finalmente – precisa – forse potremo avere un vero sindacato padano, guidato da un padano vero”. Maroni ha parlato poi del leader storico: “Umberto Bossi non si merita quello che è successo. Conosco Umberto da 40 anni e non c’entra niente”. “Dobbiamo anticipare entro giugno il congresso federale per dare una guida salda alla Lega”, ha proseguito. Dopo Maroni a intervenire dal palco è stato Umberto Bossi. “Penso che quando ci presenteremo davanti al Padreterno ci chiederà quanto volte siamo stati capaci di ripartire. Questo vuol dire Pasqua: ripartenza. Siamo vittime di una specie di complotto, come è possibile che nessuno si sia accorto che l’amministratore, come dicono ora alcuni, era vicino a famiglie mafiose”. “..e Maroni non è un traditore, bisogna che si smetta di divedere la Lega: questo crea varchi per il nemico che è il centralismo romano. La cosa principale che dobbiamo decidere questa sera è un giuramento su chi deve dirigere la Lega, perché non ci siano più discussioni né divisioni”. Tanti i giornali e le televisioni presenti che si sono poi precipitate ad intervistare i tanti altri nostri rappresentanti presenti, da Luca Zaia a Matteo Salvini, ecc.,ecc.

Regione Lombardia e Federalismo fiscale

“il Premier Monti venga a riferire in Lombardia sul Federalismo fiscale”

In merito alle dichiarazioni dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni, dell’Anci e dell’Upi sul federalismo fiscale a margine dell’audizione presso la Commissione per l’attuazione del Federalismo fiscale, è intervenuto il Presidente della Commissione Bilancio di Regione Lombardia, Fabrizio Cecchetti.

cecchetti,federalismo-fiscale,Milano, 22 febbraio 2012 – “L’allarme lanciato dai rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Upi e Anci – commenta Cecchetti – è assolutamente fondato e purtroppo rispecchia lo stato delle cose, dando pienamente ragione ai timori espressi fin da subito dalla Lega Nord. C’è da dire che i segnali non mancavano: la scomparsa del Ministero per il Federalismo ad esempio, è stato il primo campanello d’allarme sulle reali intenzioni di questo Governo. L’imposizione agli Enti territoriali di versare tutte le loro risorse nella Tesoreria unica dello Stato, vigliaccamente nascosta nel pacchetto liberalizzazioni, è stata poi la conferma finale della natura centralistica dell’Esecutivo. Fa piacere che il Governatore Errani e rappresentanti di Upi e Anci si siano finalmente accorti che i tecnici chiamati a “salvare la patria” stanno ammazzando il federalismo e non hanno nessuna intenzione di portare avanti le riforme necessarie al Paese, ciononostante mi auguro che alle dichiarazioni seguano anche fatti concreti.

A questo proposito, come Presidente della Commissione Bilancio di Regione Lombardia, è mia intenzione presentare nei prossimi giorni una mozione per invitare in audizione il Ministro dell’Economia, che guarda caso è proprio il Premier Monti, per riferire ai rappresentanti eletti dai lombardi le sue intenzioni in merito al federalismo fiscale.Vorremmo infatti che si mettessero le cose in chiaro una volta per tutte. Siamo veramente stufi – chiosa Cecchetti – di sentire politici e governanti dichiararsi federalisti a parole per poi dimostrare, con il proprio comportamento, l’esatto opposto.”