In merito all’aggressione subita dai sei militanti della Lega Nord domenica sera a Genova, Lucio Brignoli, coordinatore federale del Movimento Giovani Padani, dice: “E’ davvero indegno per una città come Genova essere popolata da tanti criminali che vivono da mantenuti nei centri sociali. Purtroppo – si legge sulla pagina Facebook dell’esponente bergamasco – abbiamo avuto dimostrazione concreta di quale sia il concetto di democrazia e non violenza di questi parassiti: almeno due pullman di militanti leghisti sono stati distrutti a colpi di pietre. Ma l’episodio più grave è avvenuto all’interno della trattoria La Lanterna, a poche centinaia di metri dal luogo della manifestazione. Sei Giovani Padani sono stati accerchiati, minacciati e aggrediti da una ventina di nazisti rossi mentre si apprestavano semplicemente a pranzare. Purtroppo Genova non è una città sicura, si è data troppa libertà a questi malviventi: il ministro Cancellieri dov’era, a votare per le primarie del Pd? A nome di tutti i coordinatori nazionali MGP esprimo massima solidarietà ai sei giovani liguri barbaramente aggrediti. Se i criminali dei centri sociali pensavo di averci spaventato, si sbagliano: ci hanno solo confermato che anche Genova e la Liguria meritano più ordine, più pulizia e più democrazia”.
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I Giovani padani invadono il Gp di Monza: “Nord, una marcia in più”
Le immagini della premiazione del gran premio di Italia di Formula Uno sono state monopolizzate dal sole delle Alpi sventolate dai Giovani padani accorsi da tutta la Lombardia. Sono arrivati molti anche da Bergamo capitanati dal coordinatore federale Lucio Brignoli. “Oggi più che mai è giusto ribadire al mondo e ai mercati finanziari che qui siamo al Nord, che è una realtà ben diversa dal resto del Paese. Se ne sono accorti i principali quotidiani economici del mondo, prima o poi se ne accorgeranno anche Monti e Napolitano”, spiega Brignoli, coordinatore federale del Movimento. “Fosse stato per Roma oggi la gara si sarebbe corsa intorno all’Eur – ricorda Eugenio Zoffili, coordinatore lombardo dell’MGP – Il Gran Premio di Monza è un momento di autentico orgoglio lombardo e padano, momento in cui il Nord fa vedere al mondo come si costruiscono circuiti immortali e come si fabbricano macchine meravigliose. Il Nord, non solo nell’automobilismo, ha una marcia in più e ora, anche istituzionalmente, se ne va”. “Non ho visto ragazzi italiani fare a gara per sventolare il tricolore – commenta Andrea Villa, coordinatore provinciale del Movimento giovani padani di Monza e Brianza, responsabile dell’iniziativa all’interno dell’Autodromo – Agli italiani interessa solo il calcio, a noi interessa il destino del nostro popolo, del nostro amato Nord. Noi c’eravamo con le nostre bandiere, gli altri no: è una differenza sostanziale”. (BergamoNews,10-9-12)
“La Padania? Esiste e paga anche per Alemanno”
Lucio Brignoli, coordinatore federale del Movimento giovani padani, annuncia il presidio pacifico e colorato di sabato in occasione del Giro di Lombardia. “Nelle ultime ore abbiamo assistito all’ennesima lezione di geografia da parte del sindaco di Roma Alemanno, a quanto pare preoccupato più di quel che succede in Padania che non in casa sua. Non abbia paura, anche con il federalismo i soldi a Roma capitale – purtroppo – continueranno ad arrivare… dal Nord. Quelli che la pensano come Alemanno sono invitati sabato sulla linea di arrivo del Giro di Lombardia, dove come sempre sventoleranno le bandiere della Padania e della Lombardia, realtà che esistono, producono e pagano per tutti, Alemanno compreso”.
GENERAZIONE NORD
RASSEGNA STAMPA. Brignoli, già braccio destro di Castelli e Giorgetti, è capo di Gabinetto in Provincia
È stato il vice di Roberto Castelli nel momento in cui Umberto Bossi ha deciso di affidare all’ex Guardasigilli la guida della segreteria cittadina del Carroccio. Ancora prima, ha affiancato Giancarlo Giorgetti, numero uno della Lega Lombarda, guidandone la segreteria operativa in via Bellerio. Ora Lucio Brignoli sarà il braccio destro di Ettore Pirovano: il presidente della Provincia l’ha infatti scelto come capo di Gabinetto. «Sarà il mio braccio destro? Forse anche quello sinistro», commenta Pirovano. Residente a Paladina, militante della sezione del capoluogo del Carroccio, laureando in Scienze dell’amministrazione all’Università Statale di Milano, Lucio Brignoli è della classe 1980. E lo stesso presidente non fa mistero di aver puntato su di lui anche per questo. «Sono convinto di una cosa – spiega Pirovano –: l’ordine di priorità delle questioni che arrivano in Via Tasso non dipende necessariamente dal grado d’importanza di chi porta avanti il caso, ma anche da aspetti umani». E siccome la figura del capo di Gabinetto istituzionalmente fa da filtro e contribuisce in prima persona alle decisione su questo ordine di priorità, nell’ottica di cui sopra l’età diventa un quid: «Penso che un giovane abbia meno preconcetti di chi svolge ruoli di questo genere da tempo». Starà ora a Brignoli affiancare la presidenza nel momento in cui il lavoro in Provincia, dove la Lega è tornata dopo 10 anni all’opposizione, entra nel vivo dopo le elezioni di giugno. La nomina, inserita nell’ambito dello staff presidenziale, è avvenuta settimana scorsa, mentre l’insediamento è previsto per questa mattina. Il presidente per sintetizzare il senso di questa figura utilizza una metafora nel suo spirito di blues-man: «Un musicista ha sempre un manager». E si capisce che qui il musicista è il presidente. Dal canto suo, il nuovo capo di Gabinetto si dichiara pronto a lavorare sodo. Il commento di rito, dice, non è il suo forte: «Ringrazio davvero per l’opportunità che mi viene data, anche se queste parole sembrano una banalità. Per chi è sempre stato a disposizione del movimento, è un riconoscimento importante. Ora mi metterò al lavoro facendo del mio meglio». Maturità scientifica al Mascheroni, studi in Ingegneria poi interrotti per passare a Scienze politiche, Brignoli ha un curriculum politico degno di nota: «La prima tessera è del 1996, avevo 16 anni». Passione di famiglia? «Sì, ma nel senso che sono stato io a contagiare mio padre, che è leghista come me». Nel 1998 diventa coordinatore del gruppo di Bergamo del Movimento giovani padani, nel 1999 passa a capo del gruppo provinciale. Sempre dei giovani della Lega nel 2002 diventa vicecoordinatore nazionale, per poi assumere incarichi nella struttura federale di via Bellerio a Milano (responsabile organizzativo, coordinatore del movimento studentesco). Nel 2004 collabora con la commissione Bilancio della Camera, affiancando ancora Giorgetti. Nel 2007 il segretario provinciale Cristian Invernizzi lo sceglie per guidare la sezione del capoluogo, commissariata. Quando Bossi chiama per il medesimo incarico il «big» Roberto Castelli, è lo stesso senatore, impegnato anche a Roma, a tenere con sé Brignoli come vice. È in pista anche nelle elezioni appena passate: candidato al Consiglio provinciale, è il terzo dei non eletti. Si fa il suo nome come possibile assessore a Palafrizzoni nella squadra lumbard, poi tutto sfuma. Ora, la nomina in Via Tasso. (L’ECO DI BERGAMO – 02/11/2009)
Segreteria Lega di Bergamo : Bossi congela il suo angelo custode
Domenica la Lega di Bergamo eleggerà sette degli otto segretari che, per due anni, guideranno il movimento nelle circoscrizioni che dividono la provincia orobica secondo la geografia lumbard. All’appello manca quello del capoluogo. La sua scelta è stata rinvita a data da destinarsi. Negli ultimi giorni era spuntata l’ipotesi che in città le redini del movimento potessero finire a Maurizio Barcella, responsabile della Sicurezza del Senatur nonché suo capo di Gabinetto. Ieri sera, però, è arrivato il contrordine. I militanti bergamaschi, in vista delle amministrative della prossima primavera, voteranno ovunque, tranne in città. Il Carroccio ha messo gli occhi sulla Provincia (che ha guidato solo una volta, dal 1995 al 1999) ma deve fare i conti con gli appetiti degli alleati. Il presidente uscente, Valerio Bettoni non è più ricandidabile ed è quello che al ballottaggio del 2004 rifiutò l’apparentamento con gli uomini di Bossi, dopo una campagna elettorale tesissima, non piegandosi neppure dopo una telefonata di Berlusconi in persona, e i leghisti la presero così male che alcuni di loro annunciarono di voler votare per il centrosinistra.
Negli ultimi tempi le acque si sono calmate ma il PdL non vuole mollare lo scranno provinciale e dato che il nuovo inquilino di via Tasso sarà eletto contemporaneamente al sindaco di Bergamo (che attualmente è del centrosinistra), ecco che la partita si complica. Se non ci sarà convergenza su un candidato leghista in via Tasso (Bossi ha già fatto il nome del deputato Ettore Pirovano) le camicie verdi sono pronte ad andare da sole. Pure in città, dove però non hanno mai sfondato.
La soluzione più probabile prevede la corsa di un lumbard per la Provincia (nella Bergamasca la Lega è il primo partito con più del 30%) e di un esponente del PdL per il Municipio. Chiaro che se l’accordo saltasse la Lega mostrerebbe i denti. Ecco perché Bossi vuole selezionare accuratamente chi dovrà gestire la partita.
Nel capoluogo, fino al 2007, la Lega era stata guidata da Massimo Leardini, che poi aveva gettato la spugna per motivi di lavoro. Al suo posto era subentrato il commissario Lucio Brignoli, poi sostituito dall’ex Guardasigilli Roberto Castelli. Maurizio Barcella, 47 anni a gennaio, si era candidato consigliere comunale nel 2004, quando il Carroccio decise di non sostenere il sindaco uscente di Forza Italia Cesare Veneziani, schierando l’ex parlamentare Luciana Frosio Roncalli. La città passò al centrosinistra di Roberto Bruni, che riuscì a spuntarla nonostante il ricompattamento dell’allora Cdl al ballottaggio.
Barcella venne ringraziato pubblicamente dal Senatur nell’agosto 2004, quando il leader intervenne alla Bèrghem Fest di Alzano Lombardo, nel periodo in cui faceva la spola da una clinica e l’altra per riprendersi dal malore che lo aveva colpito pochi mesi prima, l’11 marzo. In quell’occasione l’Umberto si lasciò andare: “Ringrazio gli amici bergamaschi che mi sono vicini”. Loro, un pugno di fedelissimi, si commossero fino alle lacrime. Barcella spiegò ai giornalisti: siamo pronti “a risolvere ogni sua necessità perché questo è il nostro compito: seguirlo, affiancarlo, proteggerlo, rimanendo comunque nell’ ombra”. Un ruolo apprezzato particolarmente dalla moglie del ministro, Manuela Marrone. D’altronde vigilavano sul Senatur ovunque, stanze d’ospedale comprese. Pure di notte. Dopo il malore, giurava Barcella, “non l’abbiamo mai abbandonato e noi vogliamo restare, per dare la possibilità alla Manuela di tirare il fiato”. Bossi è così legato a Barcella che gli fa guidare anche l’inseparabile Volvo Verde con cui il ministro gira la Padania.(Libero e BgNews-16-10-08)