Stucchi : dal federalismo nasca una nuova Costituente

stucchi primo piano.jpg“Fatta eccezione per l’iter di approvazione del decreto sul federalismo municipale, sul quale le opposizioni hanno alzato delle barricate pretestuose che non hanno permesso un sereno confronto sui contenuti del provvedimento, tutto il procedimento legislativo per l’approvazione del federalismo fiscale è stato, sino ad oggi, un esempio di come dovrebbe e potrebbe operare il Parlamento se solo volesse avviare davvero una nuova fase costituente”. “Quando parliamo di confronto politico non intendiamo riferirci a intese elettorali, ma al comune auspicio con il Pd, o con qualunque altro partito dell’opposizione, di contribuire alla costruzione di un nuovo assetto costituzionale. Sul piano prettamente politico il dato è che la legislatura dura e quindi il Parlamento, portato a compimento il federalismo fiscale, ha la possibilità, di guardare oltre”.

FEDERALISMO, UNICA VIA DI SALVEZZA PER IL PAESE.

consiglio comunale.jpgDalla stampa locale :     Pd: “Il federalismo leghista? A Bergamo tagli per 10 milioni”.

Riforme – Secondo il Partito democratico il decreto conferma i tagli ai trasferimenti imposti dalla manovra correttiva (per il Comune di Bergamo 3,9 milioni di euro in meno nel 2011 e 6,5 nel 2012) e impone forti limiti all’autonomia.  “Adesso chiediamo che si renda conto del fatto che questo decreto non ha nulla a che vedere con il federalismo sventolato ai quattro venti – commentano i consiglieri comunali Pd Sergio Gandi ed Elena Carnevali – e, quel che più conta, non porta alcun vantaggio ai nostri territori e al Comune di Bergamo in particolare. Chiediamo che il Governo – concludono Gandi e Carnevali – riveda drasticamente il decreto in tema di federalismo municipale, mediante la modifica del testo in discussione o i successivi provvedimenti attuativi del federalismo fiscale eliminando i tagli delle risorse e gli effetti negativi che, in questa versione, produce su Bergamo e le famiglie e le imprese che vi abitano e vi operano”.

 

Ribolla Nord.jpgComunicato stampa :  PD: POCHE IDEE MA BEN CONFUSE !!

Ancora una volta il PD mescola le carte in gioco e confonde una riforma epocale, come quella del federalismo, ed in particolare del federalismo municipale, che oggi verrà votata in Senato, con la manovra economica estiva dello scorso anno.  La confusione che regna nel loro partito a quanto pare si rispecchia anche in città.

La deputata del PD (non del Carroccio!) Simonetta Rubinato, sindaco di Roncade (Treviso), ha infatti più volte manifestato pubblicamente il proprio disagio nei confronti della classe dirigente del proprio partito, che in bicamerale ha votato contro questa riforma fondamentale. E il Presidente dell’Anci? Chiamparino, sindaco di Torino e figura di spicco del PD nazionale, ha espresso parere favorevole alla riforma, dopo una lunga trattativa con il Governo.

Il decreto sul federalismo municipale, al contrario di quanto affermato dagli esponenti della sinistra cittadina, non prevede alcun taglio, anzi, consentirà alle famiglie di risparmiare, alla nostra città di godere di maggiori finanziamenti già a partire dal 2011 e a tutti i livelli di governo di responsabilizzarsi e di eliminare gli sprechi non più sostenibili (si pensi al fatto che i cittadini lombardi finora ogni anno hanno regalato 28 miliardi di euro alle altre regioni!).

Nessuno può imputare alla Lega Nord alcuna preclusione al dialogo, che abbiamo ostinatamente cercato, a volte persino inseguito. Nessuno può accusarci di insensibilità di fronte alle richieste di correzioni e aggiustamenti. Mi spiego meglio: il Governo, con il Ministro Calderoli, ha puntato tutto sulla concertazione, non solo con le opposizioni ma anche con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Tantoché il decreto iniziale sul federalismo municipale è stato riscritto ben 4 volte e ben 50 sui 70 commi sono stati costruiti insieme alle forze parlamentari e sono condivisi dell’Anci.

Ancora, il decreto sul federalismo sarà ad impatto zero sulle tasse. E per tantissimi cittadini ci sarà un evidente risparmio, che il comunicato del PD ha volutamente omesso di evidenziare. Pensiamo ad esempio alla cedolare secca sugli affitti relativi agli immobili abitativi: si pagherà il 19% o il 21%, invece dei ben più elevati scaglioni Irpef (dal 23% al 43%) e delle imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione con evidenti e notevoli vantaggi per i contribuenti bergamaschi.

Il comunicato del PD, anche in riferimento alla nuova imposta municipale IMUP che decorrerà dal 2014, si “dimentica” di dire che l’aliquota prevista dello 0,76% potrà essere modificata (e quindi diminuita) di concerto tra il Governo e la Conferenza Stato-città ed autonomie locali e che inoltre i Comuni avranno la possibilità di diminuire tale aliquota fino allo 0,3%. Nel caso poi che gli immobili destinati ad uso abitativo e/o commerciale siano locati, l’aliquota dello 0,76% è ridotta della metà.

Non meno importante è sottolineare che, a decorrere dal 2014, l’imposta che si applicherà relativamente agli atti di trasferimento di beni immobili passerà dal 10% al 9%, e dal 3% al 2% se il trasferimento avrà per oggetto la prima casa.  Nel decreto è prevista anche la compartecipazione all’Iva da parte dei Comuni: secondo una classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, sulla base di dati Istat, la bergamasca è decima in Italia per quota di Iva per cittadino che andrebbe ai Comuni. A Bergamo andrebbero 46,6 euro per abitante, che corrispondono per la nostra città a circa 5 milioni e mezzo di euro! E da qui anche i titoli dei giornali locali “Iva federale: Bergamo favorita”.

Peraltro, l’assegnazione dell’Iva ai governi territoriali è uno strumento per offrire incentivi concreti all’arruolamento di Sindaci e Governatori nella lotta all’evasione. Lotta all’evasione che si concretizza anche con  la previsione di introito da parte dei Comuni del 50% dei tributi evasi recuperati dagli uffici comunali. Ed in più ci sono le case fantasma, i cui accatastamenti andranno anch’essi nelle casse dei comuni.

Infine, un recente studio del Sen. Scalfarotto, sempre del PD, relativo alla prima versione del federalismo municipale, aveva evidenziato, per la Città di Bergamo, notevoli vantaggi, con maggiori introiti per 9,8 milioni di euro all’anno (+17%).

Come si evince chiaramente da quanto detto, gli ipotetici incrementi fiscali aggiuntivi a carico di famiglie, imprese, artigiani e commercianti presenti sul territorio cittadino sono assolutamente inventati e privi di ogni fondamento.

Al contrario, il federalismo è un’occasione unica per modernizzare e responsabilizzare il nostro Paese, per avere maggiori risorse e più servizi a disposizione per la nostra città e per porre fine finalmente agli sprechi che si manifestano in certe aree del mezzogiorno.

Allora noi tutti leghisti e cittadini attenti ci chiediamo: ma il PD bergamasco di cosa sta parlando??

 

Alberto Ribolla

Capogruppo Lega Nord Comune di Bergamo

Questioni di fondo : Nord Africa

libia,scontri1.jpgTripoli in fiamme, Libia a rischio di scissione, Egitto sempre più orientato a sostenere l´ascesa al potere degli estremisti radicali. Chi ci aiuterà nella gestione degli sbarchi delle nuove ondate di clandestini che ovviamente si riverseranno sulle nostre coste? In che modo sarà impedito che il tributo di sangue versato da migliaia d`innocenti per la democrazia, risulti nella formazione di regimi più pericolosi e spietati dei precedenti? .”

A fronte del continuo peggioramento della situazione geopolitica del Nord Africa, e del più recente coinvolgimento della Libia, l´eurodeputata leghista  Mara Bizzotto ha presentato, per l´ennesima volta in queste ore, un´interrogazione urgente alla Commissione, per portare sul tavolo dell´esecutivo comunitario i timori dei cittadini europei, spaventati da un assordante silenzio dei vertici istituzionali che ne minaccia seriamente l´incolumità e la sicurezza.

Di fronte agli sconvolgimenti storici cui abbiamo assistito in Nord Africa e alla nuova emergenza internazionale che vede coinvolta ora anche la Libia, il costosissimo Servizio Diplomatico europeo e Lady Ashton, non possono permettersi il lusso di tentennare o di non avere le idee chiare, facendosi cogliere ancora una volta impreparati e alla sprovvista.

Mentre a 70 km dalle coste europee del Mediterraneo, é in atto una vera e propria Rivoluzione e noi cittadini europei ci arrampichiamo sui muri per pagare i costi di questo nuovo servizio offerto non proprio a buon mercato dall´UE, l´Europa non ha scelta: ammettere subito di non avere un´anima, di non poter parlare ad una sola voce, e dichiarare il proprio fallimento in tema di politica estera, lasciando spazio agli Stati Membri, oppure spiegare chiaramente e senza indugio a noi cittadini in che modo intenda proteggerci dalle inevitabili conseguenze delle ondate sovversive dell´islamismo radicale in Nord africa e nel mondo.

(dal Parlamento Europeo – Antonella Del Pizzo)

Stucchi : il federalismo stabilizzerà il quadro politico

stucchi primo piano.jpgIl fatto che sui decreti attuativi del federalismo fiscale ci sia attenzione e disponibilità al dialogo, anche fuori dalla maggioranza che sostiene il Governo, non può che essere valutato positivamente. Potrebbe servire a segnare un nuovo decisivo passo nella storica riforma, ma essere anche un elemento stabilizzante nell’attuale situazione politica. La fiducia votata dal Parlamento prima della pausa natalizia è, infatti, certamente servita a chiarire che nella legislatura in corso non esistono alternative all’attuale Governo, ma ha lasciato sul tappeto molti temi che sono di assoluta priorità nell’agenda politica. Tra questi, ciò che la Lega ritiene determinante ai fini di un prosieguo della legislatura, e della stessa esperienza del Carroccio al Governo, è appunto l’approvazione in via definitiva del federalismo fiscale.

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Concorso notarile, Molteni (Lega Nord): vicenda indecente, basta concorsi a Roma!

Roma, 30 ott. (Adnkronos) – “Quanto accaduto a Roma durante lo svolgimento del concorso notarile annullato per presunte irregolarita’ nello svolgimento delle prove scritte rappresenta un fatto grave e indecente su cui dovra’ essere fatta chiarezza accertando le responsabilita’ del caso”. Lo dichiara il capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia, Nicola Molteni.

“Se un concorso pubblico come quello notarile, tanto importante quanto delicato per il ruolo e la funzione che i notai vanno a ricoprire nel sistema di legalita’ del Paese e di certificazione della pubblica fede, presenta irregolarita’ cosi’ palesi e gravi – sottolinea Molteni – e’ la conferma che gli esami di Stato in Italia non sono una cosa seria ma una grandissima buffonata”.

“Un concorso nazionale, con una commissione in prevalenza romana senza commissari del nord, e la traccia incriminata identica a quella di una esercitazione fatta eseguire presso una scuola notarile di Roma, sono elementi vergognosi che dovrebbero indurre a non fare piu’ concorsi nazionali a Roma”, conclude Molteni.

Esami&concorsi, la maglia nera dell’Italia. La proposta degli Universitari Padani, abolire il valore legale dei titoli di studio per cambiare l’accesso alle professioni:

Proposta di mozione parlamentare per chiedere l’abolizione del valore legale del titolo di studio elaborata dal Movimento Universitario Padano nel corso del 1° Parlamento degli Studenti del Nord;

Congresso Provinciale

nuovo-2.jpgLa Segretaria Cittadina Luisa Pecce è intervenuta al Congresso di domenica 17 ottobre con un breve discorso improntato al riconoscimento di meriti e qualità della Lega nella sua realtà provinciale.  Ha subito identificato gli ideali chiari e semplici, propri del nostro partito, “visceralmente” sentiti dai nostri militanti: IDENTITA’, RADICI, AMORE PER LA PROPRIA TERRA coniugato in tutti i settori, LAVORO CONCRETO E NON PAROLE. Obiettivo politico immediato : il FEDERALISMO.

“E questo- ha sottolineato- mentre tanti altri , forse tutti gli altri partiti hanno perso i loro principi di riferimento.”  Ha sottolineato l’importanza, la valenza e la valorizzazione delle donne nell’ambito della realtà locale della Lega. “Abbiamo 11 donne sindaco, il 20% dei nostri sindaci  nei comuni della provincia,  e in più molte sono le presenze femminili che ricoprono ruoli nel partito o nelle amministrazioni locali” – ha orgogliosamente ribadito, ricordando anche quanto sia vivace e numerosa nella bergamasca la presenza delle donne padane “la cui responsabile a livello nazionale è la nostra infaticabile Ornella Callioni”.

Un’ulteriore constatazione, in un misto di soddisfazione e preoccupazione, ha riguardato la costante ascesa di consenso del nostro movimento nella provincia bergamasca con la conseguente crescita di responsabilità.” La gente ci sta dando forza,considerandoci l’unica scelta politica praticabile, ma in un momento particolarmente difficile e delicato”.

Pecce ricorda la formula per essere all’altezza delle aspettative : ”stare tra la gente, come sempre, per ascoltare, interpretare, realizzare. E poi parlare e informare. Cita un esempio su un tema quanto mai attuale : “Ora che il federalismo sembra veramente realizzabile, far capire anche nei discorsi degli incontri quotidiani, che il federalismo è il modo migliore per convivere e non per dividere e che oggi è la prima più importante tappa per la soluzione dei nostri problemi.”

La segretaria ha concluso con un auspicio, condiviso dalla platea : “oggi la Lega vive il paradosso di essere in Italia il partito da più anni su piazza ma di essere anche l’unico partito veramente vitale e innovativo. Ciò che più mi auguro dal profondo del cuore è che non diventi mai un partito “vecchio” e che possa mantenere sempre schiettezza e spontaneità.”

Tolleranza verso l’Islam? Cominciamo a non svendere il nostro credo

I fatti del Kashmir ci riportano agli occhi, con allarmante fragore, l’ennesimo episodio di odio contro i cristiani nel quale un pretesto qualsiasi ha rappresentato la chiave per quella che non è nemmeno una questione religiosa, ma una semplice, barbara azione di intolleranza. Intolleranza religiosa che è, al contempo, azione politica e violenza tribale.

Ci sentiamo ripetere in continuazione che lo spirito dell’Islam non è quello e che esiste anche un Islam moderato. Ma resta il fatto che l’Occidente e i cristiani sono sempre più indifesi da quella che nella nostra società occidentale il pensiero radical chic pretende di spacciare per tolleranza, ma che è semplice indifferenza accompagnata da una totale caduta dei valori e del senso.

Resta il fatto che nessuno ha mosso un dito per la tragedia di Gojra in Pakistan dove una famiglia cristiana è stata bruciata viva in casa sua da una folla di musulmani inferociti, sotto gli occhi della polizia che non ha mosso un dito, perché sembra che a un matrimonio cristiano un ritaglio di giornale con la parola “Allah” sia caduto per terra e calpestato per errore.

images.jpgResta il fatto che la comunità internazionale non sta facendo niente per l’abolizione della legge antiblasfemia che vige in Pakistan e continua a mietere vittime innocenti. O non si indigna davvero per le lapidazioni, il taglio della mano o le impiccagioni di massa in Iran. O per il fatto che se un occidentale prova a bere una birra in Arabia Saudita rischia il carcere. Mentre in Occidente ci viene detto che è sbagliato se una comunità si indigna per la realizzazione di una moschea vicino a Ground Zero.

La costruzione di una possibile libertà religiosa nel mondo passa attraverso un concetto essenziale che è quello della tolleranza. Tolleranza significa accettare l’altro per quel che è, ma anche, nel caso della moschea a Ground Zero, prendere atto che per milioni di occidentali quel luogo non è uno spazio fisico, ma un simbolo, e la caparbia insistenza a voler realizzare lì, e non a qualche isolato di distanza una moschea, è qualcosa che può offendere il sentire e la memoria di altri.

E’ qualcosa che ci si potrebbe sentire di chiedere per semplice buona educazione. Per lo stesso motivo per il quale sarebbe maleducato e intollerante servire delle costine di maiale arrosto se si hanno degli ospiti musulmani a cena, allo stesso modo, per educazione e tolleranza, credo che l’Occidente abbia il diritto di rivendicare con forza i propri valori e la propria sensibilità.

La libertà è un valore forte, che ha radici profonde nel cuore della cultura occidentale, per la quale i nostri antenati hanno combattuto e sono morti. E’ un valore che si fonda sulla tolleranza reciproca. Che, attenzione, non è indifferenza e tantomeno disponibilità a svendere il proprio credo e il proprio sentire. Solo così sarà possibile una convivenza tra Occidente e Islam. Guardandolo diritto negli occhi, in faccia per quello che è, con i suoi lati positivi e negativi. Ma senza sconti. Del resto come teorizzava già Kant nel 1795, “il diritto cosmopolitico deve essere limitato alle condizioni della ospitalità universale”.

Carlo Scotti-Foglieni

(da BergamoSera,15-9-10)

FINI INCOMPRESO

Colpisce l’incapacità di comprendere Fini. Ma vi pare possibile che un uomo navigato, accorto e calcolato come lui si lasci trasportare e rovinare da discorsi fumosi, da malesseri imprecisati, da gelosie personali, da ipotesi palesemente autolesioniste? Cari amici non ci siamo. La chiave di lettura è che egli non è un uomo libero bensì dipende da padroni che adesso gli chiedono, gli intimano di agire. E l’azione richiesta -ça va sans dire- è impedire al governo di fare riforme, certe riforme. Già nel numero 86 (“Vi spiego Fini” del 28 novembre 2009) mostrai che i malumori finiani venivano da ambienti conservatori da sempre bene annidati in An: magistrati timorosi di Alfano, baroni universitari timorosi di Maria Stella, burocrati centrali e periferici timorosi di Brunetta e Calderoni, politici irritati con Tremonti. Ma a questi va aggiunto il più: il timore del federalismo, che se ci ho capito qualcosa deve comportare una diminuzione del fiume di denaro da nord a sud. Qui sta tutta la partita, sul denaro. Quel denaro facile dello stato, cui classi, ceti, gruppi e familismi parassitari non possono rinunciare e per il quale sono disposti a tutto, anche spaccare l’Italia, di cui naturalmente daranno la colpa alla Lega, col coro forte
della sinistra (i bambini della repubblica peninsulare impareranno questo sui libri di testo).
Il timore del federalismo non viene più nascosto, è comparso in mezzo al minestrone delle accuse e dei malesseri di Fini di questi giorni. Tutto il resto, leggi elettorali, quadri istituzionali, coppie di fatto e omosex, voto agli immigrati, vita ed etica, giustizia, è mero contorno che Gianfranco ha utilizzato per alzare cortine fumogene attorno all’osso che conta, per preparare attacchi e l’attacco sull’osso che conta. Ora che il tempo stringe bisogna aizzare contro la Lega, anche se essa non offre argomenti e capi d’accusa precisi, l’importante è un pretesto per azzoppare subito i supposti tre anni di riforme. Alla Lega non ha potuto rimproverare nessuna intemperanza o forzatura, bensì ne deve enfatizzare un presunto prepotere per nasconderne l’unica colpa imperdonabile: quella di esistere.
Bruciare “incomprensibilmente” proprie validissime prospettive personali (oggi Fini, ieri Casini) appare come contraddizione solo al pubblico poco accorto, che non immagina dei segreti legami, ma trova spiegazione piena nel rapporto inconfessato di dipendenza, senza il quale, peraltro, non avrebbero mai raggiunto la notevole posizione che hanno. E’ questa intima consapevolezza a rendergli digeribile la perdita delle ottime prospettive personali.
Tuttavia Berlusca, Bossi, il Nord, i liberali e i patrioti di tutta Italia, a fronte di questa resa dei conti tra nord e sud, prevista da anni, non devono compiere l’errore di regalare tutto il sud al partito del sud. Nel sud infatti c’è molta gente consapevole che la propria condanna sta esattamente in quel fiume di denaro pubblico, che è il carburante delle mafie. E a chi pelosamente ripropone la storia dell’egoismo del nord e il dovere di aiutare le regioni e le zone povere del sud, bisogna rispondere che quel fiume di denaro ha sempre ingrassato i ricchi delle regioni povere, non i poveri, che tali rimangono e tali rimarranno finché quel fiume continua a inquinare. Ecco dunque tutto è chiaro: la mafia di stato (i mandarini della spesa pubblica sparsi nello stivale) chiama, soci e dipendenti rispondono.
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Vedo bene che in questo ragionamento c’è un punto debole: se è vero che lo scontro è tra nord e sud, non si capirebbe perché il grosso dei molti parlamentari meridionali non si sia schierato con Fini. Ma date tempo al tempo, temo che la vicenda non sia conclusa col voto del consiglio nazionale di giovedì 22 aprile, e le parole di Bossi del giorno dopo confermano il timore della impossibilità di procedere utilmente sulle riforme. La vicenda soprattutto (a pensarci bene) reca una morale autocritica su tutto il quasi-ventennio berlusconiano: senza l’igiene che viene dalla libertà dal parassitismo, il Sud sarà la tomba del sistema. Il difetto di non aver mai preteso/praticato quell’igiene, oggi -temo- presenterà il conto.
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Dipendenza dal partito della spesa pubblica parassitaria, abbiamo detto. Ma non è escluso che pesino altre due dipendenze. Una dall’internazionale mondialista (l’internazionale dei froci coma la chiama un mio conoscente), l’altra -sempre di caratura internazionale- da chi fin dal ’94 non vede affatto di buon occhio un’Italia che fa di testa propria.

Lettera Firmata

L’efficienza è la via del federalismo

Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI data: 2010-04-02 – pag: 12
L’efficienza è la via del federalismo
Oltre a una seria autonomia tributaria, il rafforzamento delle responsabilità locali
di Massimo Bordignon
Non c’è dubbio che il risultato elettorale, con la conquista da parte della Lega Nord della presidenza di Piemonte e Veneto e la forte crescita in termini di consensi dello stesso partito, rimetta al centro del dibattito politico il tema del federalismo fiscale. È vero, come non mancano di ricordarci i vari esponenti di governo, che la legge delega sul federalismo fiscale è in realtà già stata approvata nel maggio scorso, e che la stessa legge prevede tempi di attuazione lunghi e cadenzati. Ma i lavori nelle varie commissioni sono finora proseguiti a rilento e proposte concrete per l’attuazione dei generici principi della delega non ci sono state. La politica ha tenuto il fiato in attesa dei risultati delle consultazioni elettorali; con questi oramai acquisiti, il processo subirà ora inevitabilmente una rapida accelerazione.
Ma qual è il federalismo fiscale possibile e ancor più quello desiderabile? Prevale nel Nord, complice la retorica un po’ semplicistica con cui il progetto è stato presentato dalle forze politiche in campagna elettorale, l’idea che con il decentramento tributario le ricche regioni del Nord si terranno semplicemente una parte più consistente delle proprie risorse. Di conseguenza, riducendo i trasferimenti che implicitamente o esplicitamente, attraverso il bilancio dello stato, passano dal Centro Nord al Sud del paese, computabili in circa il 3% del Pil nazionale. Ma quest’ipotesi è tecnicamente e politicamente irrealizzabile. Non esiste alchimia tributaria possibile che possa consentire alla Calabria di finanziarsi da sola i propri servizi, se si ritiene, come del resto previsto dalla Costituzione e dalla legge delega, che i cittadini della Calabria abbiano diritto a servizi fondamentali, nel campo della sanità, della scuola, dell’assistenza, paragonabili a quelli dei cittadini del Centro Nord.
Quello che invece si può e si deve chiedere è che questi trasferimenti siano accompagnati da una riduzione degli sprechi e da un aumento della qualità dei servizi, che sono in media al Sud di livello nettamente inferiore rispetto al Centro Nord, pur in presenza di risorse paragonabili. Lo strumento tecnico che la legge delega prevede per raggiungere l’obiettivo sono i costi standard, a cui legare i nuovi trasferimenti. Ma questi sono complicati e difficili da calcolare e in realtà dove più servono, come per esempio nella sanità, già largamente esistono.
Più che criteri nuovi per la determinazione dei trasferimenti, quello che serve è invece un rafforzamento dei controlli amministrativi e dei meccanismi di responsabilizzazione di politici e amministratori locali. È per esempio assurdo che in caso di commissariamento di una regione, i cittadini siano puniti, tramite l’innalzamento automatico dei tributi e delle tariffe regionali, mentre il presidente della regione, il principale responsabile politico del dissesto, sia premiato, tramite i poteri speciali garantiti a un commissario. Utile anche che vengano svolti e resi pubblici esercizi seri di benchmarking territoriali, così che gli stessi cittadini, che saranno poi chiamati a confermare con il proprio voto i propri rappresentanti regionali, sappiano a che costo e con quale qualità i servizi vengono offerti nel proprio territorio rispetto ad altre regioni.
L’altra gamba essenzialedi un federalismo funzionante è quella della ricostruzione di una seria autonomia tributaria a livello regionale e locale. Finora l’azione del governo, al di là dei proclami, è andata esattamente nella direzione opposta. È stata abolita l’Ici sulla prima casa, la principale imposta comunale; sono state bloccate le addizionali regionali e comunali sull’Irpef e sull’Irap. È comprensibile che, soprattutto in periodo di crisi economica, il ministro del Tesoro voglia avocarea sé quante più risorse possibili. Ma non è possibile immaginare che gli enti territoriali siano in grado di svolgere i propri compiti istituzionali, attribuiti loro dalla Costituzione, se non sono in grado di programmare con sicurezza le proprie risorse e non possano agire al margine sulle dimensioni del proprio bilancio attraverso l’utilizzo della leva fiscale.
Un quadro normativo stabile, comprensivo dei vincoli indotti dai patti di stabilità, è indispensabile perché l’autonomia locale possa esercitarsi in modo adeguato. Molte proposte sono state adombrate nel dibattito, dall’ampliamento dell’addizionale sull’Irpef, alla revisione dell’Irap,allo spostamento sull’Iva di parte del carico tributario che ora è a carico dei fattori produttivi. È tempo che si esca dall’ambiguità dei proclami dei talk show e si cominci a presentare proposte serie su cui confrontarsi.

Bossi e i filosofi greci

bussola.jpgIn questo particolare momento storico, in cui al nostro “corpus sociale” non resta che orientarsi guardando con paura e meraviglia alla stella polare della crisi dell´economia e dell´identità culturale, un nuovo terremoto scuote le coscienze.

Un articolo pubblicato su di un noto giornale on-line annuncia “I filosofi greci sarebbero federalisti, ma non voterebbero Bossi“.

Prendendo una pausa, lunga il tempo di questa riflessione, dai problemi contingenti, mi appresto a trascendere nell´empireo delle idee per osservare candidamente che, la presunzione di traslare il pensiero dei filosofi greci nella contingenza, mi risulta meno  esilarante dei tentativi di cavalcare un tema ormai popolare e apprezzato depurandolo da quello che di fatto ne è stato il portavoce .

Da qui una riflessione che va alla di là della critica all´articolo in oggetto, per giungere alla ponderazione di un mal costume di una parte dell´informazione italiana.

Al coraggio intellettuale di appellarsi alla teoria di Vico dei corsi e ricorsi della storia, spesso, si sostituisce la paura di riconoscere la paternità di un’impostazione di pensiero che, oggi largamente condivisa, fino a pochi anni fa era considerata spaventosa.     Umberto Bossi e la Lega Nord, quale partito più antico del panorama politico italiano, hanno innovato il vocabolario dei discorsi sulla gestione della democrazia.

Una Repubblica fa, i sostenitori del federalismo erano sovversivi vestiti di verde che tramavano di soppiatto disquisendo di autonomia regionale per minare l´ordine civile, quasi che le inefficienze e gli sprechi potessero essere riconosciuti come il solo collante dello stivale. Oggi il federalismo è per i media diventato esso stesso “Res Pubblica”, cosa comune e trasversale a patto che si allontani dal pericoloso brand politico leghista.

Mentre riflettiamo sugli orientamenti politici di Plutarco e Senofonte, cerchiamo di progredire dall´oscurantismo medievale e riconosciamo alla Lega Nord il ruolo di bussola della modernità.