La Regione e il modello Harlem. Giro di vite su kebab e take-away

Proposta della Lega per regolare le attività commerciali degli stranieri. Limiti alle aperture, obbligo di conoscere l’italiano. «Tuteliamo le tradizioni».

imagesCA0Y42O2.jpgLo hanno soprannominato «Harlem», evocando così la lotta al degrado avviata negli anni ’90 in uno dei quartieri all’epoca più malfamati di New York. Verrà depositato ufficialmente oggi in Consiglio regionale il nuovo progetto di legge sulle «Disposizioni in materia di artigianato e commercio», che punta tra l’altro – come ha spiegato ieri mattina il vicepresidente della Regione (ed esponente lumbard), Andrea Gibelli – a «tutelare le attività storiche e tradizionali, fornendo alle amministrazioni locali uno strumento per il governo del territorio», e a «evitare la nascita di quartieri-ghetto».
La proposta
La proposta – destinata a far discutere – porta la firma del gruppo consiliare della Lega Nord; nella relazione introduttiva si sottolinea che «è compito del Consiglio regionale andare a legiferare risolvendo le situazioni critiche che sono emerse negli ultimi anni a seguito dell’apertura di attività da parte di cittadini non italiani». Tra i vari punti affrontati c’è la possibilità, per i Comuni, di selezionare le attività commerciali da aprire in una determinata area, evitando eccessive concentrazioni ed eventualmente limitando, nei centri storici e nelle zone limitrofe, l’insediamento di negozi ed esercizi pubblici «che non siano tradizionali». Un tema, questo dei centri storici, affrontato pure, da un punto di vista più urbanistico, in un provvedimento approvato recentemente dal Consiglio regionale – su proposta dell’assessore bergamasco Daniele Belotti – in cui si consente ai Comuni di negare l’apertura di attività commerciali in contrasto con il decoro pubblico e la tradizione dei locali. Il testo presentato dal Carroccio fa riferimento in particolare agli esercizi che somministrano cibi e bevande per il consumo immediato (come kebab o take-away di vario genere): i Comuni potranno prevedere dei limiti di distanza tra le attività, evitando aperture troppo ravvicinate, se sussistono ragioni legate ad esempio alla sicurezza stradale o al disturbo della quiete pubblica. In generale, le aperture potranno essere oggetto di una pianificazione quadriennale (che indichi le «zone di tutela» e i «criteri qualitativi»), disposta dal Comune dopo aver consultato le associazioni dei consumatori, i commercianti e i sindacati.
I requisiti
Per vendere alimenti, inoltre, se le norma sarà approvata, bisognerà dimostrare di conoscere l’italiano e si avrà l’obbligo di esporre nei negozi le indicazioni sui prodotti nella nostra lingua. In più, tra i requisiti per avviare un’attività, non basterà più l’iscrizione all’Inps per almeno due anni, ma sarà richiesta anche la certificazione del regolare versamento contributivo. Altro tema inserito nel provvedimento è quello dei «centri massaggi orientali». «La professionalità di chi lavora in questi centri deve essere uguale a quella degli operatori italiani», ha spiegato Gibelli. La nuova norma assimila dunque queste realtà ai tradizionali centri estetici, subordinando la loro apertura al possesso di requisiti professionali. Idem dicasi per i parrucchieri.
Giro di vite pure per il commercio ambulante: con l’obiettivo di contrastare l’abusivismo, la «legge Harlem» prevede, per coloro che chiedono il rilascio o il rinnovo della licenza, l’obbligo di non avere sanzioni amministrative pecuniarie inevase. Si istituisce inoltre un registro regionale del commercio ambulante, a disposizione delle amministrazioni comunali, che dovrebbe consentire una gestione più attenta sui rinnovi e le concessioni delle licenze. (eco di bergamo,8-3-11)

Arrestati sei estremisti islamici a Brescia

I marocchini facevano parte della comunità di Montichiari, predicavano odio contro i cristiani.

belotti 1.jpgA Brescia ieri sono scattate le manette per sei immigrati marocchini appartenenti al movimento islamico “Giustizia e carità”. L’accusa nei loro confronti è di associazione con finalità di incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi religiosi. Il gruppo, secondo gli investigatori, progettava di “punire il papa” per la conversione al cristianesimo dell’europarlamentare Magdi Allam. Al di là di queste farneticazioni, gli uomini praticavano un’educazione all’odio verso le religioni diverse dall’islam sui propri figli, con violenze fisiche e psicologiche. Per cinque dei sei indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre il sesto è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere. 
Il blitz bresciano arriva pochi giorni dopo l’intervento dell’assessore regionale Daniele Belotti che, con una modifica alla legge urbanistica, ha dato ai Comuni la possibilità di controllare l’apertura di luoghi di culto all’interno di locali adibiti a centri culturali. «Gli arresti di Brescia – dice Belotti – confermano ancora una volta che non possiamo abbassare la guardia e che è più che mai indispensabile tenere sotto controllo tutto ciò che ruota intorno a centri di cultura islamica e moschee. I capi d’accusa nei confronti degli arrestati, che avevano costituito un gruppo all’interno del movimento islamico di cui facevano parte, sono gravissimi».
Belotti sulla base di queste vicende sottolinea la recente approvazione del testo che consente ai Comuni di dire no all’apertura di moschee mascherate da centri culturali. «Anche alla luce di questi fatti – dice l’assessore leghista – ritengo che le nuove e importanti modifiche apportate, attraverso il collegato approvato nei giorni scorsi dal Consiglio, alla legge regionale 12, che danno agli amministratori locali la possibilità di mettere un freno al fenomeno del proliferare dei luoghi di culto mascherati da centri culturali, siano importantissime e debbano altresì essere supportate da modifiche normative anche di pubblica sicurezza. Non si tratta più infatti solo di problemi di natura urbanistica ma anche e soprattutto di ordine pubblico e sicurezza. I fatti dimostrano che, troppo spesso, all’interno di moschee e luoghi di culto, fanatici e invasati trovano terreno fertile per fare proselitismo, supportati, come in questo caso, anche da sermoni di imam conniventi». (da giornale di Bergamo,28-2-11)

TUTELARE I CENTRI STORICI E FERMARE LE MOSCHEE

LEGGE REGIONALE 12, APPROVATO IL COLLEGATO DI MODIFICA
BELOTTI, MAGGIORI POTERI AI COMUNI PER TUTELARE I CENTRI STORICI E FERMARE LE MOSCHEE 

belotti serio -conferenza.jpg "Le nuove norme inserite nel collegato di modifica alla legge regionale 12 approvato oggi (15/2) - spiega Daniele Belotti, assessore della Regione Lombardia al Territorio e Urbanistica - si pongono l'obiettivo di mettere un freno al fenomeno del proliferare dei luoghi di culto mascherati da centri culturali e di tutelare l'identità dei centri storici delle nostre città".
"Sono diversi i comuni - rimarca Belotti - in cui capannoni artigianali sono stati trasformati in affollate moschee, stravolgendo oltre che la viabilità, anche e soprattutto la vivibilità di interi quartieri, vanificando così la pianificazione urbanistica adottata dalle amministrazioni comunali stesse".
"Grazie a questa modifica legislativa - continua l'assessore Belotti - i comuni non saranno più lasciati soli. Senza specifiche previsioni di Piano di gestione del territorio (Pgt), infatti, non sarà più possibile insediare liberamente centri culturali con finalità religiose e saranno proprio le Amministrazioni comunali, alle quali viene attribuita la potestà di prevedere, all'interno del Pgt, eventuali cambi di destinazione d'uso, a decidere se e quali spazi assegnare loro".
"Abbiamo inteso promuovere - prosegue Belotti - anche l'obiettivo di preservare l'integrità dei centri storici cittadini da un punto di vista commerciale, ma anche storico e di identità. Siamo convinti, infatti, che, come già rilevato in diverse città, tra le quali per esempio Venezia e Lucca, la localizzazione di un kebab, di un ristorante cinese, di un phone center o di un sexy shop in una piazza medievale o a lato di una basilica rinascimentale costituisca tutt'altro che un elemento di pregio".
"Tutelare la storicità e l'identità dei nostri borghi antichi" - conclude Daniele Belotti - attraverso il rispetto dei loro valori architettonici e ambientali, del contesto sociale, della storia e del decoro è fondamentale anche per salvaguardare e promuovere la cultura locale".
Nello specifico, le modifiche approvate in Consiglio regionale riguardano l'articolo 51, comma 1-bis che stabilisce, secondo la nuova formulazione, che "i comuni definiscono i criteri per l'individuazione delle destinazioni d'uso assicurando il rispetto dei valori architettonici e ambientali, del contesto sociale, del decoro, della incolumità  pubblica, della sicurezza urbana, nonché della salvaguardia e promozione dell'identità e della cultura locale".
L'altra novità è relativa all'articolo 71 che "sono attrezzature di interesse comune per i servizi religiosi gli immobili destinati a sedi di associazioni, società o comunità di persone in qualsiasi forma costituite, le cui finalità statutarie o aggregative siano da ricondurre alla religione, all'esercizio del culto o alla professione religiosa quali sale di preghiera, scuole di religione o centri culturali individuate nel nuovo comma c dell'articolo della legge regionale di governo del territorio".

Appalti contro il rischio frane. Belotti: “Norme severe antimafia”

belotti 2b sorriso.jpgRegione – E’ un accordo di programma milionario quello presentato dall’assessore regionale al Territorio Daniele Belotti. In Bergamasca sono previsti 21 interventi per un totale di 10 milioni di euro

E’ un accordo di programma milionario quello presentato dall’assessore regionale al Territorio Daniele Belotti. Centinaia di milioni di euro che andranno ai Comuni lombardi per la manutenzione di fiumi, laghi, montagne. Interventi importanti perché saranno fondamentali per prevenire frane, smottamenti, valanghe e inondazioni. “Sono in programma 173 interventi – spiega Belotti – 77 milioni di euro arrivano dal fondo del ministero dell’Ambiente, 147 invece sono risorse regionali. Si va da lavori da 50 mila euro fino ai 51 milioni di euro previsti per la messa in sicurezza del lago d’Idro in provincia di Brescia. In Bergamasca sono previsti 21 interventi per un totale di 10 milioni di euro. Dobbiamo confermare l’impegno della Regione per la tutela del territorio, è una delle priorità assolute. Però serve anche una collaborazione con le amministrazioni comunali”. Belotti si riferisce soprattutto al piano d’area di cui si è fatto promotore nei mesi scorsi per limitare lo sfruttamento del territorio montano e non solo. L’assessore non nasconde il timore che un accordo di programma così generoso possa attirare l’attenzione di aziende legate alla criminalità organizzata: “Faremo di tutto affinché gli appalti di questi lavori non finiscano in mano ad aziende legate alla ‘Ndrangheta o alla mafia. Adotteremo criteri rigidissimi. Se è vero che nelle nostre valli il fenomeno non esiste, in altre aree come il Milanese, la Brianza e il Pavese i rischi sono gravissimi. Noi dobbiamo assolutamente limitare i rischi di infiltrazioni mafiose. Anche perché è nostro dovere tutelare le aziende sane e impedire a ditte criminali che sfalsano il mercato a causa di concorrenza sleale”.
Con la registrazione e il visto positivo della Corte dei Conti il finanziamento dell’accordo è stato assicurato. I progetti contenuti saranno ‘condensatì in un cronoprogramma a cura del commissario straordinario Carlo Maria Marino, recentemente nominato dal ministero su indicazione di Regione Lombardia, al quale è demandato il compito di dar attuazione agli interventi, che per il territorio orobico valgono 10 milioni di investimenti.
(BergamoNews,7-2-2011)

Belotti assolto dalla querela, i magistrati restituiranno 25mila euro

GRAZIE SIGNOR GIUDICE ….belotti 2.jpg“Il fatto non costituisce reato”; è questa la sintesi della sentenza emessa ieri dalla Quinta sezione della Cassazione in merito al ricorso dell’assessore regionale Daniele Belotti in opposizione alla querela presentata nei suoi confronti da parte dei magistrati di Bergamo Adriano Galizzi, Vito Di Vita e Stefano Storto.  Una sentenza che ribalta i precedenti gradi di giudizio. Nel 2006, in primo grado, il Tribunale di Venezia (organo competente quando sono coinvolti dei magistrati operanti a Bergamo) aveva condannato l’allora consigliere regionale leghista a 51.000 euro di risarcimento, importo che era stato poi ridotto a 25.000 in secondo grado dalla Corte d’Appello sempre di Venezia.
Una causa che ha avuto inizio nel marzo 2002, quando 17 nordafricani (16 dei quali clandestini) accusati, dopo mesi di indagini dei Carabinieri, di spaccio in città, in particolare nella zona di via San Lazzaro, vennero scarcerati dopo solo 24 ore perché il pm nel fascicolo trasmesso ai gip aveva allegato solo i fotogrammi dello spaccio e non i filmati integrali.   Nella polemica sulla stampa che ne scaturì nei giorni seguenti Belotti venne querelato dai gip per la dichiarazione “Piuttosto che resistere, resistere, resistere (si era in pieno periodo girotondi), certi magistrati dovrebbero lavorare, lavorare, lavorare”. Oggetto di querela furono anche i consiglieri regionali Carlo Saffioti e Pietro Macconi che avevano sottoscritto un’ironica lettera dal titolo “Grazie signor giudice”.
“Sono molto soddisfatto – dichiara l’assessore Belotti – perché la Cassazione ha sancito il diritto di critica, a maggior ragione essendosi trattato di una polemica tesa ad evidenziare un errore procedurale che aveva vanificato mesi di indagini. Mi ero inoltre espresso in qualità di rappresentante eletto dai cittadini e non certo a titolo personale. Al riguardo, ringrazio tutti coloro, in particolare i numerosi avvocati, agenti delle forze dell’ordine, giornalisti e perfino qualche magistrato, che, seppur in forma confidenziale, mi avevano espresso la loro solidarietà. Questa sentenza rappresenta una vittoria morale anche per i coimputati Saffioti, Macconi e Spagnolo che, però avevano preferito non ricorrere in Cassazione. Certo, questa causa durata quasi nove anni si sarebbe potuta chiudere in tempi brevi se solo fosse stata accettata la transazione in beneficenza proposta dai querelati. Nella mia esperienza politica – conclude l’assessore regionale – mi hanno sempre insegnato che più uno ricopre incarichi di responsabilità e più deve essere disposto ad accettare le critiche. E per ricordarmelo sempre mi piacerebbe mettere in cornice, con la scritta “Nessuno è intoccabile”, una riproduzione dell’assegno, con cui dovranno restituirmi i 25.000 euro già pagati”. (da BergamoSera,16-12-2010)

L’Assessore Belotti replica al TG1

Il nuovo ospedale di Bergamo non è un “buco nero” come al Sud :

ospedale.jpgIn merito al servizio andato in onda nell’edizione del Tg1 delle 20 di domenica 14 nov., in cui venivano sottolineati il ritardo dei lavori, le infiltrazioni d’acqua e la mancanza del sottopasso ferroviario, l’assessore regionale al Territorio, Daniele Belotti della Lega Nord ha inviato una lettera di protesta al direttore Augusto Minzolini in cui sottolinea : “Il servizio enfatizzava quegli aspetti per far trasparire l’approssimazione nella scelta da parte degli amministratori locali di un luogo a rischio allagamento nonchè l’incapacità dei progettisti e delle imprese costruttrici  visto che non appena emersa la notizia delle infiltrazioni alla Torre Cinque dell’Ospedale, il sottoscritto insieme all’assessore regionale all’Ambiente Marcello Raimondi, in qualità di referenti del Tavolo Territoriale di Bergamo, hanno organizzato un sopralluogo, che si è tenuto lo scorso 1 ottobre, alla presenza dei tecnici e della stampa. Da informazioni raccolte, anche la troupe del Tg1 ha potuto visionare i locali oggetto delle infiltrazioni, immagini che però non sono state trasmesse nel servizio considerato che gli allagamenti e le infiltrazioni d’acqua, che nel servizio si dice siano state rilevate nei seminterrati della Torre Cinque, all’ingresso principale della nuova struttura, e che peraltro non sono testimoniate da alcuna immagine, sono, a differenza di quanto sostenuto dal vostro giornalista, solo delle infiltrazioni di umidità all’interno di una cabina elettrica e costituiscono peraltro un problema di agevole soluzione. Il nuovo ospedale rappresenta l’opera pubblica più importante realizzata nel bergamasco dal dopoguerra ad oggi, un’opera che fino a un paio di mesi fa aveva rispettato il crono programma prefissato e la cui conclusione slitta di soli 6/7 mesi; la realizzazione del Beato Giovanni XXIII ha visto la partecipazione e la collaborazione proficua del Governo, dell’amministrazione regionale e di quelle che si sono succedute negli anni, di diverso colore, tanto in Provincia quanto in Comune. In merito ai costi a metro quadro, il Nuovo Ospedale di Bergamo, che è in fase di collaudo, pur essendo una struttura d’eccellenza può vantare un costo di soli 1.050,00 €/mq, a fronte di un costo medio per costruzioni analoghe in Lombardia pari a 1.800 €/mq e in altre regioni addirittura di 8-10.000,00 €/mq.  Inoltre l’ingresso dal lato di via King, ovvero la via attraversata dalla ferrovia, cui si fa riferimento nel servizio e che, in mancanza di sottopassaggio, impedirebbe, a passaggio livello chiuso, l’accesso all’ospedale è un ingresso secondario. Quello principale e quello del Pronto soccorso, infatti, sono accessibili dall’asse interurbano, una strada a largo scorrimento; a questo proposito, va sottolineato che la scelta di localizzare l’ospedale nella zona sud della città è stata fatta proprio in ragione della facilità di accesso all’area, previa comunque visione dello studio geologico”.”Il sottoscritto assessore regionale esprime la sua protesta per il servizio andato in onda che travisa la realtà facendo passare un ospedale di così alto livello, orgoglio di tutti i bergamaschi, che costituirà un’autentica eccellenza non solo per la sanità lombarda e italiana, ma anche internazionale, possa essere anche solo lontanamente paragonato alle tante cattedrali nel deserto, nonchè pozzi senza fondo, di cui l’Italia, soprattutto meridionale, è piena (qualche esempio per tutti: l’ospedale fantasma di Pizzo Calabro, mai inaugurato, dove gli ascensori sono così minuscoli da che le lettighe non entrano, l’ospedale di Cagliari, che avrebbe dovuto avere, sulla carta, di 1.040 posti letto, mentre ne ospita solo un centinaio e l’ospedale di Turi, nel Barese, che, nato come centro per curare le tossicodipendenze, è diventato, esso stesso, regno di spacciatori e drogati; quello di Vico del Gargano, in provincia di Foggia, che è stato inaugurato 11 volte e non è mai entrato in funzione)”.
Belotti, come molti altri bergamaschi, chiede “i motivi per cui non sono state trasmesse le immagini dei sotterranei che risulterebbero allagati e chiede che venga trasmesso un altro servizio giornalistico, nel quale venga riportata con correttezza la reale situazione.

Risposta all’ennesima “polemico ergo sum”..

Belotti: usiamo i simboli per rivendicare che esiste una storia bergamasca e padana.

 

Albertino statuetta.jpgCi risiamo con le strumentali polemiche contro le iniziative dei comuni a guida leghista. Ora è il turno della scultura di Alberto da Giussano che la giunta di Calvenzano ha collocato nella biblioteca comunale.
Un’opera donata (ripetiamo, è un regalo, quindi costo zero per il Comune) da un giovane artista;  “via il simbolo leghista” tuonano le minoranze. Siamo alle solite: il Sole delle Alpi, l’Alberto da Giussano, il colore verde, il dialetto, non sono patrimonio della Lega, non segni esclusivi di Umberto Bossi, bensì sono simboli della storia e della cultura della nostra terra.
La Lega, fedele alla sua “missione” di salvare dall’estinzione le culture locali, che sono le radici di tutti i popoli, semplicemente li ha a cuore e vuole ricordare, attraverso di essi, che esiste anche una storia bergamasca, lombarda, padana che sui libri di storia imposti dalla didattica romanocentrica non ha mai trovato spazio. E le conseguenze, purtroppo, si vedono: c’è chi grida allo scandalo perché in una piazza viene raffigurato un simbolo antichissimo e molto diffuso nelle regioni padano-alpine, come è il Sole delle Alpi, o addirittura perché ora si posa una statua di Alberto da Giussano. Scusate, ma in passato, qualcuno si è scandalizzato perché venivano intitolate strade e piazze ad Alberto da Giussano, al Carroccio, alla Lega Lombarda (ci sono perfino a Roma)? Qualcuno ha mai osato cancellare il Sole dalle Alpi raffigurato su antiche chiese, palazzi, arredi?

E ancora: alzi la mano chi, a scuola, ha studiato che i bergamaschi discendono dai celti, oppure che gran parte della nostra provincia è stata per quasi quattro secoli parte della Serenissima. Per non parlare del giuramento di Pontida e della Lega Lombarda: un fatto storico che ha cambiato la storia d’Europa e che è ridotto a poche righe. E i cartelli in dialetto? Qui si scatenano i radical chic e i retorici nazionalisti: i primi, sinistri, li bollano come “simboli di chiusura verso chi viene da fuori” (demenziale affermazione dell’ex sindaco di Bergamo Roberto Bruni), salvo poi, invece, apprezzarli quando sono posti in altre realtà come Catalogna, Paesi Baschi, Bretagna, Corsica, Valle d’Aosta ecc. (non citiamo la Valle Gardena, dove i cartelli sono addirittura trilingue – a proposito, mai visto uno dei milioni di turisti che la visitano scandalizzarsi per le diciture in tedesco e ladino).
I secondi, invece, non hanno ancora ben compreso i danni che ha fatto sulle identità locali l’italianizzazione forzata portata avanti nel Ventennio.

Evitiamo, per favore, le ridicole accuse sull’uso del colore verde nelle scuole o sulle strisce pedonali. Bisogna forse togliere il verde dalla tavolozza? Scuole, ospedali sono sempre stati dipinti (chissà perché) di un verde pastello, ora se lo fa un sindaco leghista non va più bene perché è un marchio politico. Le strisce pedonali? Sono omologate. Meglio il verde che ricorda un prato che il grigio dell’asfalto, o no? E per fortuna che nessuno ancora ha contestato il verde dei semafori.
Permettetemi una domanda: cosa è più grave, la scientifica okkupazione della scuola, l’arbitraria cancellazione dai libri di testo di fatti storici (foibe docet), l’intitolazione di vie a criminali storici come Stalin, Tito, Lenin, Mao, l’umiliazione delle lingue locali, oppure la scultura di un personaggio (vero o presunto che sia) come Alberto da Giussano ha guidato le città lombarde alla libertà, la raffigurazione di un simbolo, il Sole delle Alpi, patrimonio storico culturale da millenni della nostra terra, o un cartello con il toponimo in dialetto?Sole Alpi piccolo.jpg

Daniele Belotti
Consigliere Regionale Lega Nord

 

La Regione riduce i canoni idraulici

pirellone.jpgbelotti 2.jpgLa Regione Lombardia ha deciso di ridurre gli importi dei canoni di polizia idraulica per le categorie produttive.  È quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti. L’assessore bergamasco della Lega Nord ha presentato ieri i contenuti del provvedimento: «Abbiamo ridotto del 75% i canoni pagati da imprese e privati – spiega Belotti – che occupano una superficie in prossimità di un canale o sopra un corso d’acqua». In dettaglio, i canoni attualmente in essere (7.859) ammontano ad un totale, a favore della Regione, di 4.956.000 euro, «con un insoluto, per le tombinature – ha precisato Belotti – pari al 37%. Un insoluto dovuto sicuramente, almeno in buona parte, all’esponenzialità con cui i canoni sono aumentati negli ultimi anni. I canoni, come ci è stato segnalato più volte dalle aziende, erano in effetti eccessivamente elevati – ha aggiunto l’assessore al Territorio – anche 20 volte superiori a quelli pagati in regioni limitrofe. L’obiettivo è far pagare una cifra giusta, ma a tutti». Belotti confida infatti che con la riduzione dei canoni, in vigore dal 1 gennaio 2011, «oltre all’eliminazione dei contenziosi, diminuisca anche il sommerso». Dal punto di vista territoriale, la novità riguarda soprattutto aziende a ridosso della fascia pedemontana, da Bergamo a Brescia, fino a Como e Varese.

Il Campo di Marte apre le porte

Panorama Conca Verde.jpgIeri pomeriggio è stata firmata la convenzione fra Guardia di Finanza, Comune, Provincia, Demanio, Parrocchia S. Lucia e Istituto comprensivo S. Lucia per l’apertura dell’area sportiva nota come “Campo di Marte” (fra via D.Chiesa e via Grataroli). A partire da lunedì 27 settembre, l’accesso all’area avverrà secondo le seguenti modalità : da lunedì a venerdì l’area sarà a disposizione degli studenti dell’Istituto comprensivo S. Lucia alla mattina e a disposizione degli allievi dell’Accademia della Guardia di Finanza nel pomeriggio. Dopo la fine dell’anno scolastico, l’area sarà a disposizione della Parrocchia alcune ore al giorno per un mese per lo svolgimento del Cre. Durante i fine settimana (forse già da sabato 2 ottobre) l’area sarà aperta al pubblico.  Non si può dimenticare, da parte nostra, l’impegno profuso per giungere a tal fine da parte dell’ Assesore regionale all’Urbanistica, Daniele Belotti, e dell’Assesore ai Lavori Pubblici Alessio Saltarelli.

Ritardi Nuovo ospedale: Belotti e Raimondi convocano riunione urgente

ospedale-nuovo1-300x225.jpgLo slittamento dei lavori al Nuovo Ospedale di Bergamo, causato dalle infiltrazioni d’acqua sotto la torre 5, è arrivato al Pirellone. Gli assessori regionali Daniele Belotti e Marcello Raimondi, in qualità di referenti del Tavolo Territoriale di Bergamo, hanno preso contatti con le parti in causa – direzione Ospedali Riuniti, Infrastrutture Lombarde, Comune e Provincia di Bergamo – per fare il punto della situazione. Per questo hanno organizzato, per venerdì 1 ottobre alle ore 15, presso la sede territoriale della Regione a Bergamo – in via XX Settembre-, un incontro tra le parti per definire, oltre che i dettagli tecnici operativi dell’intervento, anche lo stato dell’arte in merito alla vendita dell’area degli Ospedali Riuniti. “Il cantiere dell’ospedale – ha detto l’assessore all’Urbanistica Daniele Belotti – pur nella sua complessità ha fino ad oggi rispettato il crono programma prefissato, rappresentando un modello di efficienza. È bene ricordare infatti che questa è l’opera più importante e costosa che sia mai stata realizzata a Bergamo dal dopoguerra ad oggi e siamo certi che il ritardo di questi giorni sarà limitato e non ne pregiudicherà la validità e l’efficienza”. “Vogliamo essere informati in prima persona – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Raimondi – della situazione reale del cantiere, al di là delle notizie di stampa. E’ importante che eventuali difetti siano stati evidenziati subito e che si possano chiarire le responsabilità, prima che la struttura entri in funzione”. (da BergamoSera,23-9-10)

«Sui luoghi di culto servono regole chiare»

«Sui luoghi di culto servono regole chiare»

L’assessore Belotti: stop ai capannoni che diventano moschee
«I centri culturali islamici non possono più aggirare i Pgt»

Una stretta suoi luoghi di culto abusivi. La annuncia la Regione. E sul lato Lega significa stop agli escamotage per cui ex capannoni o sale nati come centri culturali divengono poi di fatto moschee camuffate. Il tema lo lancia quasi per inciso dal palco della Bèrghem Fest di Alzano Andrea Gibelli, vicegovernatore della Lombardia.
«Non se ne può più di vedere ogni volta discutere se fare o non fare le moschee – sfiora l’argomento, toccando tanti temi, dal federalismo all’economia –. Modificheremo la legge regionale, per fare in modo che nelle urbanizzazioni non vengano usati come luogo di culto centri culturali venduti come tali o sotto mentite spoglie. E poi smettiamola di confondere la libertà di culto con l’esercizio di esso, perché l’esercizio è regolato da intese con lo Stato che i musulmani non hanno mai firmato».
E il giorno dopo l’assessore regionale all’Urbanistica, il bergamasco (e altrettanto padano) Daniele Belotti conferma: «Stiamo cercando una soluzione tecnica per far sì che non ci siano più stratagemmi che portino a definire vecchi capannoni artigianali o sale dismesse come centri culturali, che poi diventano moschee o più genericamente luoghi di culto». Il problema sarebbe il diffondersi delle moschee al di fuori delle modalità previste dagli strumenti urbanistici (Piani regolatori o di governo del territorio) dei Comuni, cui è demandato il compito di definire le aree da destinare a luogo di culto. «Così – precisa l’assessore Belotti – si moltiplicano i centri culturali che di fatto diventano luoghi di culto senza rispondere alla pianificazione dei Comuni». Bergamo non fa eccezione. «Via Cenisio – aggiunge l’esponente lumbard della Giunta Formigoni – è un ex capannone artigianale trasformato, con un cambio di destinazione d’uso, in luogo di ritrovo, un centro culturale che poi in pratica è un luogo di culto. Oppure la sala di via Cabrini, sempre in città, dove si ritrova ogni sorta di setta». Senza contare i casi più frequenti in provincia. Sarà quindi compito dell’assessorato regionale all’Urbanistica, nei prossimi giorni, trovare una soluzione tecnica perché i Pgt non vengano più aggirati. «Non sarà facile – prevede Belotti – ma non si possono più lasciare al caso certe scelte. È all’interno della pianificazione dei Comuni, nei Pgt, che bisogna individuare quelle aree dove è possibile realizzare luoghi di preghiera, indipendentemente dal fatto che siano chiese, templi o moschee. Non è più ammissibile che un capannone artigianale o dei seminterrati diventino luoghi di culto “abusivi”, anche perché sono privi di quelle caratteristiche (accessi, condizioni di sicurezza e di igiene) che possono consentire la fruizione a centinaia di persone».
Il titolare dell’Urbanistica di Palafrizzoni Andrea Pezzotta si dice in attesa di vedere «se la Regione emetterà norme più precise e specifiche», sottolineando, però, come il problema sia un altro: «La legge regionale stabilisce che i luoghi di culto siano per quelle religioni riconosciute dallo Stato. E questo non vale per le moschee, perché non essendoci l’intesa con i musulmani, sfuggono da queste disposizioni». Ecco perché quindi non esistono vere e proprie moschee, bensì «centri o spazi culturali». Per quanto riguarda Bergamo, l’assessore Pezzotta ricorda «che nel Pgt sono già stati fortemente ridotti gli spazi previsti per il Centro servizi al confine tra Bergamo e Orio». La questione Fintecna era diventato un casus belli tra maggioranza e opposizione (l’ex amministrazione Bruni aveva individuato proprio lì la possibile moschea). Alla fine si era arrivati al taglio da 1.500 a 500 metri quadri e alla cancellazione dell’indicazione di scala territoriale degli spazi del Centro servizi al confine tra Bergamo e Orio al Serio, dove sarebbe dovuta sorgere la moschea. «Un’indicazione di questo genere poteva preludere a spazi di genere culturale legati a quelle religioni non riconosciute», aveva spiegato lo stesso assessore all’Urbanistica Pezzotta in sede di discussione in Consiglio comunale.

Belotti stuzzica Tentorio: «Stadio aperto ai matrimoni»

belotti-1.jpgConsentire lo svolgimento delle cerimonie nuziali non solo, come accade adesso, nella Sala Caccia di Palazzo Frizzoni ma anche in altri luoghi-simbolo della città come il Teatro Donizetti, il Palazzo della Ragione o la Cannoniera di San Giovanni, da poco restaurata. E magari anche nello stadio comunale di piazzale Goisis, «un’occasione che i tanti tifosi atalantini non si lascerebbero certo scappare». La proposta, indirizzata al sindaco, Franco Tentorio, e all’assessore al Personale, Marcello Moro, è firmata dal consigliere della Lega Nord Daniele Belotti, che l’ha avanzata sulla falsariga di quanto già avviene a Genova, dove il Comune ha aperto le porte dello stadio Ferraris agli sposi novelli. «A Bergamo – ha scritto Belotti – si celebrano ogni anno circa 250 matrimoni civili. L’amministrazione, anche con un tariffario apposito in base al prestigio dei luoghi, potrebbe offrire location diverse rispetto a quella attuale. Compreso, naturalmente, lo stadio, che per ogni tifoso resta comunque il luogo del primo amore: la squadra del cuore». (da IlGiorno,21-8-10)

FROSIO, BELOTTI, PEDRETTI

Nove gli eletti bergamaschi, non ce la fanno Macconi e Pagnoncelli
Le preferenze personali per i candidati bergamaschi al Consiglio regionale sono state contate ormai tutte. Il ministero dà per eletti i leghisti Giosuè Frosio (9114 preferenze) Daniele Belotti (8177) e Roberto Pedretti, con 4586 preferenze.
Nel Pdl dormono sonni tranquilli i due consiglieri uscenti e a questo punto rientranti Marcello Raimondi (12.852) e Carlo Saffioti (9.247).
Due consiglieri andrannoPd bergamasco: Maurizio Martina, il segretario regionale, con 12.962, il più votato in Bergamasca e Mario Barboni (4817 voti) . Eletto anche Gabriele Sola, con 2719 preferenze.
Andrà al Pirellone anche Valerio Bettoni, Udc, che ha conquistato 7110 preferenze.
Non ce l’hanno fatta i due bergamaschi presenti nel listino del presidente Roberto Formigoni: Pietro Macconi e Marco Pagnoncelli. (da Bergamonews, 30-3-2010)

Appuntamenti Elettorali

bandiere lega.jpgDI SEGUITO ALCUNI APPUNTAMENTI ELETTORALI DELLA LEGA NORD CON LA PRESENZA DEL CANDIDATO DANIELE BELOTTI :

VENERDI’ 12/3

Ore 10 incontro con cittadini di Bergamo città

ore 15 Bergamo c/o Fiera, convegno “Patto dei sindaci”

ore 17 Romano di Lombardia c/o Museo d’Arte Sacra, inaugurazione mostra “Picasso”

ore 20 Bergamo c/o Hotel San Marco, incontro con operatori e appassionati di cultura locale

ore 21.30 Bergamo c/o Sede Lega Nord, incontro con militanti sezione Cittadina

 

SABATO 13/3

ore 9.30 Albano Sant’Alessandro c/o Comando Polizia Locale, cerimonia decennale “Consorzio Polizia dei Colli”

ore 11.30 Bergamo c/o Mercato p.le Stadio, incontro con la cittadinanza

ore 15 Zingonia c/o piazza Affari, presidio Lega Nord

ore 16.45 Clusone c/o sede Coro Idica, cerimonia festival Cori ore 19 Stezzano, c/o Piazza Municipio, incontro con la cittadinanza

ore 20.30 Antegnate c/o ristorante, cena militanti Lega Nord coll. 19

 

DOMENICA 14/3

ore 9 Pedrengo c/o piazza della Chiesa, incontro con la cittadinanza

ore 10 Brignano, inaugurazione sede Lega Nord

ore 11 Treviglio, inaugurazione sede Lega Nord

ore 12 Calvenzano, inaugurazione sede Lega Nord

ore 14 Sarnico, batelada Lega Nord

 

LUNEDI’ 15/3

Ore 10 incontro con cittadini di Bergamo città

Ore 14 TeleClusone, tribuna elettorale

Ore 20 Fiera di Bergamo, manifestazione Bocous d’Or

Belotti : le ipocrisie del Pd sullo sgombero di via Rovelli

via Rovelli 2.jpg“Un comunicato pieno di squallido buonismo e becera ipocrisia”. Non usa mezzi termini il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale Daniele Belotti per commentare la nota dei consiglieri comunali del Pd sull’azione di sgombero di alcune baracche in via Rovelli messa in atto la settimana scorsa dall’amministrazione comunale. “Il Pd – spiega Belotti – attacca l’assessore Invernizzi perché era presente, insieme agli agenti della Polizia locale allo sgombero della baraccopoli nei prati dietro il Mercato Ortofrutticolo. Ci vuole un bel coraggio a criticare un assessore perché è presente sul campo, a verificare di persona la situazione, affianco ai propri agenti. Una critica di bassissimo livello se arriva perfino a contestare il giaccone (della Protezione Civile) indossato da Invernizzi. Possiamo capire che per una giunta che per anni assecondava un comandante della Polizia locale che prestava servizio con camicie hawaiane e cappelli con orecchie da cocker, vedere un assessore con un giaccone della Protezione Civile possa essere difficile da comprendere, ma vi possiamo assicurare che basta un piccolo sforzo. Volete scommettere, poi, che se Invernizzi non fosse stato presente, veniva accusato di vigilare personalmente sugli sgomberi?”. “Riguardo alle accuse di effettuare sgomberi spettacolari ’senza indicare però come e se fornisca un riparo adeguato, se pure temporaneo, dai rigori dell’inverno a chi non ha casa’ e all’autoincensamento della passata amministrazione che ‘ha chiuso un campo rom senza bisogno però di spettacolarizzazione e trovando tutte le strade possibili per l’integrazione’ è bene ricordare, a chi ha perso la memoria, alcuni episodi del recente passato”, prosegue Belotti. “La spettacolarizzazione: in diversi sgomberi effettuati dall’ex sindaco Bruni e dall’assessore Guerini (es. 18/5/07, 30/11/07, 26/7/08, 23/4/09) è stata data comunicazione a giornali e televisioni che hanno così documentato l’intervento. Addirittura, negli ultimi mesi di mandato, la spettacolarizzazione aveva raggiunto livelli “hollywoodiani” come ad esempio il blitz all’alba del 23 gennaio 2009 all’ex Franchi con ben 13 pattuglie (10 della polizia locale e 3 della questura). Emblematica, inoltre, la dichiarazione dell’allora assessore alla Sicurezza Dario Guerini a commento della demolizione di alcune baracche in città il 30/11/07: ‘Nessuna tolleranza per insediamenti illegali’. L’assistenza: ma sono proprio sicuri i consiglieri del Pd di aver sempre “indicato un riparo adeguato” agli sgomberati? Dalle cronache dei giornali leggiamo: “Durante il blitz i senzatetto sono stati invitati a non rientrare negli stabili dell’ex Cesalpinia” (2/2/05), ma non è stato dato loro alcun riparo alternativo; “Mentre sarò al lavoro spazzeranno via la mia “casa”. Stasera non saprò dove dormire” diceva uno dei 30 rom sgomberati dalla baraccopoli di via Daste Spalenga il 18/5/07; ai 15 rom adulti e 3 bambini sgomberati in via Rovelli il 26/7/08 era stata garantita assistenza solo a due donne con i figli, gli altri niente. Qualcuno tra i 5 rom sgomberati l’altro giorno ha visto per caso dei bambini?”, prosegue il consigliere comunale della Lega. “E questi sono solo alcuni esempi. Rispetto a quanto dichiarato dai consiglieri del Pd che si attaccano perfino ai giacconi della Protezione Civile pur di contestare Invernizzi viene proprio spontanea una considerazione: ma quanta ipocrisia! Serve una dose abbondante di fosforo”, conclude Belotti. (da BergamoSera, 15-02-2010)

Regionali: completa la lista della Lega. Pedretti fra i candidati

Ci sarà anche l’ex vicesindaco di Curno Roberto Pedretti fra i candidati della Lega alla prossime elezioni regionali. Molto vicino a Calderoli, Pedretti affiancherà gli altri due consiglieri uscenti del Carroccio Daniele Belotti e Giosuè Frosio che dovrebbero avere la strada piuttosto spianata verso la riconferma al Pirellone.

I sondaggi danno la Lega in grande spolvero. Se le elezioni daranno ragione al Carroccio è possibile che Bergamo possa esprimere ulteriori consiglieri regionali leghisti. Di certo nella rosa dei papabili ci saranno anche Giampaolo Volpi, presidente del Consiglio comunale di Seriate, Pietro Pezzutti della sezione di Costa Volpino, Angela Barcella dei Giovani Padani e il vicesindaco di Romano Mario Suardi.

A parte Belotti e Frosio, la segretaria provinciale, come tradizione nel Carroccio, ha puntato a esponenti molto rappresentativi dei propri territori anche se sconosciuti al grande pubblico. (da Bergamosera, 12-02-2010)

Premiato l’impegno del capitano nerazzurro

IMG_0022 b.jpgEmozionantissimo (come lui stesso ha sottolineato nonostante i suoi 36 anni e tutti i precedenti riconoscimenti cittadini ricevuti), il capitano, nonché simbolo, dell’Atalanta Cristiano Doni ha ricevuto a Palazzo Frizzoni dal sindaco Franco Tentorio una targa per i cento gol messi a segno con la maglia nerazzurra. Sulla targa, nata da  un’idea del supertifoso nonché consigliere comunale della Lega Nord Daniele Belotti e subito appoggiata dall’Amministrazione comunale, è riportata la scritta : “Cento reti, 100 momenti di amore per la gente bergamasca. A Cristiano Doni, l’Amministrazione comunale con affetto e ammirazione”. E vivi complimenti ha ricevuto da tutti i presenti per il suo impegno e per la sua lunga e brillante carriera.

Accademia di Finanza : Daniele Belotti replica a Elena Carnevali

Meglio un parco dello sport per tutti i bergamaschi che un’Accademia per pochi

caserma-gdf b.jpgDopo l’ennesimo pretestuoso attacco alla giunta Tentorio da parte della minoranza di centrosinistra per la cancellazione della nuova Accademia della Guardia di Finanza a Grumello del Piano, da parte del Capo di Stato Maggiore della Finanza, mi permetto di fare alcune precisazioni.

1) La capogruppo del Pd Elena Carnevali, nella sua lettera pubblicata nei giorni scorsi, ritiene grave la mia affermazione secondo cui «l’Accademia non è un’opera per la città». Cara Elena, lo ribadisco per l’ennesima volta: l’Accademia non è una struttura al servizio di Bergamo. Se si va al di là dell’ipocrisia di tante dichiarazioni pubbliche (e in questo Bruni e compagni sono maestri), non mi sembra di aver visto fiaccolate, presidi, ma nemmeno petizioni o lettere ai giornali di bergamaschi preoccupati per le sorti della nuova Accademia.

Gli unici sono stati i consiglieri del centrosinistra. Se i «compagni» avessero l’umiltà di uscire dai loro salotti pseudo acculturati in cui si sono arroccati, dimenticandosi così di stare tra la gente, forse si renderebbero conto che l’Accademia, nei suoi oltre vent’anni di presenza a Bergamo, non è riuscita ancora a legare con la città e, quindi, non ha scaldato i cuori orobici. Sarà un caso che in due decenni i cadetti bergamaschi passati nelle aule di via Statuto si contano sulle dita di una o al massimo due mani? Perfino alcuni consiglieri di centrosinistra, nei corridoi di Palazzo Frizzoni, avevano confidato di votare l’edificazione della nuova scuola sull’area verde del Parco Agricolo solo perché obbligati dall’allora sindaco Bruni e non certo per convinzione o per i ritorni per la città della nuopalsport.jpgva Accademia.

2) La Carnevali si strappa i capelli perché dal centrodestra non ci si è indignati per i «245 milioni di euro di investimenti (il costo della nuova Accademia) buttati al vento»? Cara Elena, forse non ti sei ancora accorta che ad aprile c’è stato un terribile terremoto in Abruzzo e forse non hai ancora capito che i fondi destinati alla nuova scuola sono andati alla ricostruzione delle case per i terremotati. Quando è stata decisa la nuova accademia non c’era la crisi e nemmeno c’era stato il terremoto. La decisione di eliminarla è quindi assolutamente comprensibile. Sorprende, invece, che né tu, né i tuoi compagni abbiate detto alcunché sullo sconcertante aumento dei costi preventivati per la scuola (dagli iniziali 180 milioni ai 245 dell’ultima ipotesi) e nemmeno sullo spreco di una simile faraonica opera in un momento di grave crisi come questo.

E neanche sul fatto che per un bergamasco o un lombardo sia praticamente un’utopia essere ammesso ai corsi. Non è forse arrivato il momento di fare delle selezioni regionali? Quanto al ritorno in termini di lavoro per la nostra città, è ampiamente compensato dalla costruzione di un parco dello sport del possibile valore di circa 100 milioni di euro (stadio, palazzetto, campi sportivi vari ecc.) e dalle opportunità di occupazione dirette della struttura sportiva e dei servizi annessi.

3) La Carnevali scrive: «Belotti è persino giunto a liquidare l’annullamento del progetto come una perdita di poco conto, perché a suo dire la nuova Accademia non è un’opera per tutti. Che dire? Una visione decisamente miope, da chi riveste anche il ruolo di consigliere regionale». Cara Elena, avrò tanti difetti (lo ammetto), ma la vista è ancora da dieci decimi. E lo ribadisco: una struttura come l’Accademia, circondata da cartelli «Zona militare, limite invalicabile», frequentata al 99% da cadetti che di bergamasco e lombardo hanno gran poco, la si può considerare «un’opera per tutti» i nostri concittadini? La vicenda del Campo di Marte, chiuso da vent’anni ai residenti di Santa Lucia nonostante fosse praticamente inutilizzato dall’Accademia (solo ora, grazie alla giunta Tentorio, diventerà accessibile a tutti), dimostra come la scuola della GdF sia un’entità a sé rispetto alla città. E poi, non pensi che per gli stessi Cadetti restare a Roma, quindi più vicino a casa, a frequentare il biennio, non sia meglio?

4) Cara Elena, permettimi una battuta. Se io sono miope, tu vedi i miraggi quando affermi che l’Accademia «per Bergamo è un fattore positivo sotto molteplici punti di vista». Se questo può valere per le accademie di Livorno, Modena, Pozzuoli, da noi, in questi vent’anni, mi dispiace ma non mi sembra che i cadetti abbiano lasciato un segno particolare.

Concludo ribadendo per l’ennesima volta un concetto: mille volte meglio un parco dello sport per tutti i bergamaschi, che un’accademia costosissima per pochi cadetti poco bergamaschi.

Daniele Belotti – consigliere regionale Lega Nord